Topostorie 8 – Dal diario di Topolino
Il numero natalizio di Topostorie, con una bella copertina, non presenta purtroppo un miglioramento nel filo conduttore che dovrebbe essere il punto di forza della testata. I disegni altalenanti della Molinari servono ancora una volta i testi di Marconi che, con 21 tavole, fa quel che può. La sceneggiatura è buona, i rapporti tra Macchia Nera, Gambadilegno e Topolino sono ben descritti, ma non si va oltre la lettura della pagina di diario e al flusso di ricordi che comincia. Nulla insomma di memorabile.
Molto più interessante, come quasi sempre ormai, la scelta delle storie, in generale buona. Il blocco di Capodanno si basa su di una bella sceneggiatura di Savini con i solidi disegni di Mastantuono: buoni sentimenti, azione ed un pizzico di magia circondano la storia. Gambadilegno è anche protagonista di una vicenda meno nota di Bruno Sarda in coppia con Giuseppe Dalla Santa, abili artigiani che hanno saputo infondere piacevoli letture: sotto il tetto del nemico sa sorprendere il lettore con un bel plot.
Le storie con Macchia fanno brillare la penna di Fausto Vitaliano. L'isola inaccessibile, su bei disegni di Silvia Ziche, si basa su di un espediente intrigante, capace di generare svariate sghignazzate, riflettendo sul ruolo di Topolino. L'occhio di Macchia sfodera invece un certo tono thriller, ben servito dagli ispirati tratti di Lorenzo Pastrovicchio. La pecora bianca, pur a metà tra farsesco e citazionismo, risulta un po' svilente per il nostro nero figuro, anche se sa divertire con le battute di Tito Faraci.
Chiude l'interessantissima vicenda dello spirito del contronatale, una sceneggiatura del bravo Nino Russo del 1991, in cui un acerbo ma interessante Silvio Camboni tratteggia un Topolino davvero in difficoltà, solo in un grattacielo in balia delle orribili macchinazioni del duo criminale. Ferite e danni fisici non mancano, donando un certo pathos alla storia.
Insomma, buone storie per un filo conduttore inconsistente. Per cui, dato che Topostorie nasce per riproporre il feeling degli antichi Classici, pur con una buona selezione non riesce a graffiare sul suo elemento che dovrebbe contraddistinguerlo. Vedremo come proseguirà in futuro anche se, a livello editoriale, resta sempre una testata tra le più curate, cui non mancherebbe molto per eccellere.