I Classici Disney 36 – I misteri di Paperopoli

23 MAG 2025
Voti del fascicolo: Recensore: Medio: (10 voti) Esegui il login per votare!

In questo trentaseiesimo numero dal rilancio operato circa tre anni fa, I Classici Disney ospitano I misteri di Paperopoli, serie pubblicata nell’arco tra il 2022 e il 2024 su Topolino e trattata da diversi autori.

Si comincia con la suggestiva copertina del solito, e sempre apprezzato, Stefano Zanchi che, con la sua semplicità, avvolge il lettore come la nebbia della città di Paperopoli avvolge Paperone

La storia di raccordo è scritta da Roberto Gagnor, autore anche di uno degli episodi della serie, e disegnata da Marco Palazzi (che, diciamocelo, nell’ambiente cittadino ci sta bene). Questa frame story è incentrata su uno dei pochi paperi non residenti a Paperopoli, Amelia, intenta a recuperare vari oggetti presenti nelle varie avventure, collocati nei luoghi raccontati da Paperopoli stessa, dotata di voce grazie a un incantesimo della fattucchiera.

L’episodio inaugurale della serie è Zio Paperone e l’avventura sui tetti, con i testi di Massimiliano Valentini e i disegni sempre di Marco Palazzi. Questa avventura, attraverso una classica caccia al tesoro, permetterà di approfondire la storia della città di Paperopoli ed anche quella del Club dei Miliardari. Anche se il tesoro non consiste in un vero e proprio bottino, ma nel progetto di un avveniristico – seppur ormai surclassato – prototipo di dirigibile ideato dall’ottocentesco filantropo Augustus Quackfier (cugino dei fratelli Montgolfier), il finale si rivelerà comunque soddisfacente per lo Zione.

Si prosegue con Brigitta e il binario dei saluti romantici: Roberto Gagnor dà vita ad una commedia ambientata nel romantico scenario della stazione di Paperopoli, aiutato dagli splendidi disegni di Ivan Bigarella. Protagonisti sono la premiata ditta Filo e Brigitta, intenti a proseguire la loro nuova attività: un servizio di addii romantici sui binari, ispirati dai romanzi rosa di Sibilla Quackland, che ambientava i suoi finali proprio nella grande stazione.

Un armonioso finale d’altri tempi

Segue una storia intrisa di nostalgia per la filmografia di qualche decennio fa: Paperino, Archimede e il nuovo cinema Paperopoli, con i particolari disegni di Davide Cesarello e i testi di Bruno Sarda, autore di questa e delle successive storie dell’albo. La vicenda racconta di Paperino e Archimede impegnati a salvare il cinema della loro infanzia, il Nuovo Cinema Paperopoli, ormai in decadenza, aiutando lo storico proprietario Joe, con la proiezione di una pellicola rarissima, di cui tutte le copie conosciute sono state distrutte dal regista Tony Movie.

L’albo continua con Paperino e il museo Ducktrip, con i disegni di Massimo Fecchi. Storia dalla trama semplice ma godibile: Paperino impiegato come guardiano nel museo di Paperopoli, si ritrova a cercare nella notte un fantomatico cimelio assieme al pronipote del fondatore del museo stesso. Il tesoro, in questo caso una gemma (prima pietra), verrà ritrovato e messo a disposizione per donare armonia e serenità alla cittadinanza.

E che goccia!

Si prosegue con la divertente Paperino e Paperoga e il Grand Mirror Hotel, che vede il ritorno sia di Sarda che di Palazzi. In questa classica situazione tra cugini, Paperino e Paperoga si ritrovano a lavorare in uno dei più grandi alberghi di Paperopoli, di proprietà – naturalmente – di Paperone. Qui non troviamo un solo cimelio, ma ben due: uno spartito perduto, del famoso compositore Sollassy e uno smeraldo, il “Principe Verde” (seconda pietra). La storia si sviluppa con divertenti equivoci che porteranno le due ricerche a incrociarsi.

Chiude l’albo Qui, Quo, Qua e il doppio segreto del faro, con i disegni di Federico Franzò. La vicenda si ricollega alla saga de Il Corsaro di Vito Stabile e a Paperinik e la torre d’oro di Marco Gervasio. I tre nipotini riusciranno ad evitare l’abbattimento del vecchio faro di Capoquack, considerato ormai obsoleto, salvando un mercantile carico d’oro grazie ad una gemma (terza pietra!) capace di emettere potenti fasci di luce colorati, donata dal capitano Greenbottle a un antenato dell’attuale guardiano Gales.

La frame story si conclude con Amelia che, grazie agli oggetti raccolti, crea un mostro fatto di terra, automobili e asfalto: praticamente un mostro/marciapiede. A quel punto, tutti i personaggi – storici e non – incontrati nei vari episodi si schierano contro la creatura, senza una reale spiegazione della loro presenza. Riusciranno ad abbattere il mostro e Amelia sarà costretta a restituire tutti gli oggetti alla città. Una conclusione abbastanza improbabile per una trama di raccordo che, va detto, si è dimostrata non allo stesso livello delle avventure pubblicate, sia per lo spunto alla base che per la poca fluidità generata nei vari passaggi dall’una all’altra.

Paperopolesi alla riscossa

Un difetto che non incide comunque nella fruizione delle storie raccolte, decisamente gradevoli. Resta piuttosto il rammarico per la presentazione incompleta della serie, a causa della mancanza di ben due episodi: Qui Quo Qua in vecchie turbine nuova energia, e Pico, Paperino e la pagina nascosta. L’assenza di quest’ultima è un vero peccato, considerando che conteneva elementi – un oggetto e un personaggio storico – che si sarebbero potuti ben inserire nel raccordo.

Autore dell'articolo: Giordano Colozza

Leggo regolarmente Disney dal 2021, appassionato dei vari alter ego supereroistici dei personaggi e dalla genealogia dei paperi, mi sono appassionato grazie a tutti i Topolini ereditati da mio nonno.