Topolino 3227

10 OTT 2017
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Giunge a conclusione la storia del deposito sotto A.S.S.E.D.I.O. in cui i due sceneggiatori Stabile e Zemelo riescono abilmente a ripristinare lo status quo dopo aver “sconvolto” la vita dei paperopolesi e dei loro abitanti dai più illustri ai più comuni.

Finora il protagonista era stato appunto il deposito, ma in questa ultima puntata i riflettori sono soprattutto per Rockerduck che assurge al ruolo di fatto di deuteragonista: se da tempo ormai (probabilmente l’iniziatore fu Concina a metà degli anni 80) è stato mostrato come Paperone avesse bisogno del rivale, al punto da rinunciare più volte a vederlo sconfitto per preservarlo, il legame inverso è stato meno esplorato e viene approfondito qui dai due autori mostrandoci un papero in bombetta che tiene inaspettatamente al deposito e conseguentemente al suo proprietario più di quanto lui stesso voglia ammettere.

Condito da quella retorica irrinunciabile in queste occasioni, il personaggio sancisce quindi la sua completa trasformazione. Prima affarista senza scrupoli e senza legge, poi pivello sfigato adepto di una dieta a base di cappelli, quasi una macchietta, acquista ora una nuova e più profonda dimensione scoprendo di avere anche lui un cuore senza volerlo ammettere. Una sorta di riflesso speculare di Paperone insomma, pur con evidenti differenze. E considerando che Amelia è inconcludente come al solito e i Bassotti, nonostante l’impegno, restano delle goffe imitazioni di malviventi, c’è da sperare che Famedoro si conservi a lungo essendo rimasto l’unico vero cattivo in circolazione a Paperopoli, una autentica carogna che va preservata dall'estinzione.

Topolino e l'oscura macchia nera è il nuovo episodio della serie “Topolino comic&science”, scritto da Fausto Vitaliano e disegnato da Alessandro Perina. Vitaliano comincia come sa, mettendo in ridicolo manie e mode di una società che appare sempre più fuori fase, ma il gradevole spunto iniziale, che avrebbe potuto costituire ottimo materiale per una storia delle sue finisce per dissolversi davanti all'obbligo di incasellare la vicenda nel ciclo di cui sopra. Ecco allora che si vede costretto ad ingabbiare la sua verve satirica e istrionica per lanciarsi in una trama che definire caotica è dir poco.

Il ciclo “Comic&Science” arrivato oramai ad un consistente numero di episodi, lascia parecchi dubbi sulla sua effettiva riuscita dal lato fumettistico, a causa sicuramente di argomenti complessi e non facilmente traducibili in storie che comunque devono essere fruite a diversi livelli di età.

Per cui lo schema adottato dagli sceneggiatori sembra essere il seguente: sviluppiamo una idea qualsiasi ficcandoci dentro in qualche modo l'argomento della settimana, tanto per giustificare la dicitura “Comic&Science”, e poi alla parte divulgativa penserà il redazionale affiancato. Potrebbe essere un compromesso accettabile se non ci fossero due aspetti che stridono parecchio:

– la parte scientifica nelle pagine dei fumetti è trattata con estrema superficialità, inserita in modo posticcio e veicola messaggi che sono totalmente errati, come quello di questa settimana appunto;

– la storia è parecchio confusa, con sequenze didascaliche e con passaggi tutt'altro che chiari che pregiudicano la lettura.

Il primo aspetto in particolare è quello più critico: ovvio che siamo su un fumetto, per di più un fumetto di fantasia, quindi non si pretende l'aderenza alla realtà e men che meno alle leggi della fisica. Si tratta di un lasciapassare che non può però essere usato in questo caso perchè le storie della serie vengono presentate come strumenti di divulgazione, la loro stessa struttura (per quanto confusa) prevede all'interno una parte divulgativa, per cui non si può poi convergere su risultati puramente inventati (buchi neri che assorbono la materia oscura, per esempio). Anche perchè non tutti magari si prendono la briga di leggere l'articolo esplicativo. Oltre al fatto che queste storie saranno ripresentate prima o poi nelle varie testate di ristampe e non sempre potrà esserci l'articolo a corredo. Insomma, così come sono state realizzate danno l'idea di un'occasione mancata.
L'unica riuscita è stata la prima che aveva la fortuna di poter trattare argomenti più maneggevoli (in particolare le “biografie” di alcuni grandi della fisica) ma per il resto la commistione tra scienza e fumetto è stata molto lacunosa. Restando a quella presente nel numero, ci sarebbero altri elementi da analizzare come il ripescaggio del dottor Enigm per una inutile comparsata, quando invece avrebbe potuto essere il miglior co-protagonista in una storia del genere, ma è meglio passare oltre.

Nulla da dire su Paperino e l'equivoco R.O.N.F. destinata a un pubblico prescolare (anche se non sa leggere, tanto non perde chissà che), mentre Bosco finalmente riesce a scrivere un giallo cui anche il lettore può partecipare. Come detto in precedenza il livello è quello dei gialli della settimana enigmistica ma almeno è risolvibile e tanto basta.

In chiusura una danese disegnata da Andersen, improbabile nella trama almeno quanto nei personaggi e nella loro caratterizzazione, ma ha quel tipico tocco strampalato del disegnatore che possiede comunque un suo fascino. Potrebbe essere un simpatico cortometraggio.

Oltre ai fumetti, è indispensabile segnalare l'articolo sulla materia oscura che accompagna la storia di apertura.

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"