Pk Giant 40 – Sotto un nuovo sole
Terzo capitolo della trilogia, e terza coppia di autori, dopo Artibani – Razzi e Macchetto – Pastrovicchio, è il turno di Sisti – Mastantuono. L'assenza di uno sceneggiatore unico ha un po' pesato sulla effettiva validità della saga, così come per il disegnatore. Mastantuono, pur realizzando un buon lavoro, spinge molto il tratto umoristico, e certe espressioni sono piuttosto fuori luogo. In fondo, però, non lo aiuta una sceneggiatura che non ha nulla di epico. Sisti, nel descrivere la caduta di Evron – un evento che, nella mente del lettore, sembrerebbe enorme e meritevole di una lunga narrazione – pecca di ellissi narrative, e sbriga la pratica in un paio di tavole. Allo stesso modo, anche la risoluzione finale per Xadhoom diventa un gioco di assenze e di non detti, che colpiscono il lettore nello stomaco, ma lo confondono pure. La storia conclusiva è triste e sconfortante, e non vede vincitori sul campo, se non gli egoisti e razionali Xerbiani. L'assenza di retorica svuota anche Paperinik, che assiste inerme alla scomparsa di amici e nemici. Una scelta artistica coraggiosa, non del tutto riuscita, ma senz'altro ammirevole.
La trilogia si conclude dunque con una buona dose di amaro in bocca, e oscilla tra i suoi difetti e i suoi pregi. Lasciamo al lettore farsi una propria idea, mentre noi non riusciamo a non rimpiangere la grande narrazione epica che poteva essere, e non è stata. Resta comunque la prode iniziativa nell'eliminare due cardini di Pkna: quali sarebbero stati i futuri sviluppi? Che cosa meditava il Pk Team? Le risposte tra una dozzina di numeri.
La ristampa, in compenso, ormai naviga a vista, e dentro non c'è proprio nulla di nulla. La copertina, buona, di Pastro, si aggancia al numero precedente, ma resta tutto molto innocuo.