Le Imperdibili 19

01 MAG 2005
Voti del fascicolo: Recensore: Medio: (3 voti) Esegui il login per votare!

Ancora un’uscita discreta per la collana delle “Imperdibili” che ha almeno il merito, rispetto al predecessore “Almanacco“, di insistere al 90% sulle storie italiane. Protagonista di questo numero è Paperino, con avventure tra l’altro quasi tutte degli anni ’60, impegnato per lo più in situazioni quotidianamente umoristiche. Due ottimi esempi, entrambi dello specialista Barosso, sono le divertenti “Paperino e la pernice perniciosa” illustrata da Carpi e “Paperino e le zanzare za-za” con i disegni di Massimo De Vita. Simpatiche anche “Paperino e la sfida leale” (Pavese/Chierchini) e “Paperino e gli elettrodomestici” di Chendi/Bordini. Non sarebbe un granché “Paperino e Marzipan della giungla” attribuita al Walt Disney Studio ma il probabile intervento del professor Martina sulla sceneggiatura e i disegni di Carpi, la rendono comunque gradevole. Tra le storie con matrice più avventurosa, due sono firmate da Perego, “Paperino e il diavolo della Tasmania” scritta da Pavese e “Paperino e l’odissea del pinco ‘Pallino'” ancora di Barosso: l’infaticabile disegnatore di redazione potrà avere i suoi detrattori, ma certo alcune sue caratterizzazioni non si dimenticano facilmente (vedi il mammifero del titolo nella prima o l’apparizione dei nipotini ipnotizzati nella seconda). Chiude “Paperino e lo sprint fulminante” in cui Pavese riprende un tema sviluppato un paio di anni prima da Barks, con Paperino impegnato in una gara sportiva contro un campione molto più forte di lui. Stesso antagonista, seppure cresciuto, stessa dieta (o quasi), stesso colpo da k.o., per?? finale partorito da un Barks ormai quasi in pensione resta molto migliore, nonostante gli ottimi disegni di Romano Scarpa. In conclusione, forse non un fascicolo imperdibile, ma comunque una raccolta di storie divertenti e piacevoli, il che non è poco. Mi chiedo solo se 4,50 Euro non siano troppi quando, ad esempio, i grandi classici (circa lo stesso numero di storie) costano un euro di meno.

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"