PK il Mito 13

30 APR 2012
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Il tredicesimo volume della ristampa pikappica contiene la conclusione del periodo “di routine” della serie e l’inizio della terza e ultima fase di PKNA, quella che inizia a tirare le file di certe questioni di continuity già in vista di una svolta narrativa, che sarebbe avvenuta un anno e mezzo dopo.
Underground di Augusto Macchetto e Paolo Mottura è infatti l’esempio di una storia standard di Pikappa, dove c’è qualcosa che non va in città, Uno allerta l’eroe e Paperinik interviene: in questo caso il pericolo è dato da tre malviventi che si aggirano per il sottosuolo di Paperopoli con un preciso intento… la storia non brilla particolarmente, per quanto non sia disprezzabile e offra un scorcio di quello che potrebbe essere PK in un setting più urbano che fantascientifico, cosa che sarà poi portata all’estremo in PK2. Alcune situazioni simpatiche si alternano a una storia ben scritta, ma che non convince del tutto. Buono Mottura ma ha fatto di meglio.
A seguire, abbiamo La Fine del Mondo, lo Speciale ’99 che presenta un’unica, lunga storia invece che tante brevi. Certo, la storia si può dividere per comodità in due trame parallele, ma strutturalmente rimane un’avventura sola. Per i testi di Enna e Cordara e i disegni di Freccero e Forcelloni, la storia emoziona e colpisce dritto al cuore nel suo mostrare la strenua resistenza degli Xerbiani nei fatidici giorni dell’attacco evroniano, e dall’altra parte diverte mostrando i battibecchi tra Paperinik e Uno. Si tratta di una storia importante, ma forse per la sua natura di “speciale” non avrà influenze sulla continuity della serie nonostante il finale esplicito. Da notare la ripresa dei riferimenti letterari terresti di Gorthan, che dopo Il Piccolo Principe e Shakespeare dimostra di conoscere anche Biancaneve.
Il volume si chiude con uno dei capolavori di tutto PK, capolavoro che viene composto da Il Giorno che Verrà (Artibani/Turconi) e da Niente di Personale, che sarà pubblicate nel prossimo volume. La sceneggiatura di Artibani è perfetta, un’armonia che nulla lascia al caso, né nella dinamica degli eventi né nelle relazioni tra i personaggi e nei vari voltafaccia. Una storia in cui l’adrenalina pompa nelle vene ad ogni tavola, dove le battute di Pikappa smorzano poco l’atmosfera, tanto è carica di tensione. Il pericolo è reale, palpabile, e il finale dell’avventura non farà altro che caricare ancora di più questa avventura con un evento che definire shockante è poco. Un vero gioiello, una delle cose migliori di tutta la serie, impreziosita dai disegni ottimi di uno Stefano Turconi già attento ai dettagli e con uno stile riconoscibile e morbido.
I due Io Sono Xadhoom continuano ad emozionare dal lato grafico, grazie all’ottima prova di un Celoni che dev’essersi divertito un mondo a poter sperimentare così col suo tratto “liquido”… le sceneggiature intimiste di Tito Faraci continuano ad essere efficaci, anche se sono forse troppo simili tra loro rendendo poco distinguibile una storia dall’altra all’interno di questa miniserie.

I contenuti speciali offrono poco, ma di qualità: vengono riproposti i disegni di Claudio Sciarrone per l’Evrondario allegato allo Speciale ’99, e l’intervista è dedicata a Macchetto, che qui racconta come fosse scrivere su PK rispetto al “Topo”, l’attenzione verso i sentimenti e il concetto di musicalità della sceneggiatura, un sentire che lo sceneggiatore fa suo come metodo di scrittura.

Autore dell'articolo: Everett_Ducklair