I Grandi Classici Disney 100

24 MAG 2024
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Copertina regular di Giorgio Cavazzano

E’ un traguardo particolarmente importante quello festeggiato dalla seconda serie de I Grandi Classici Disney nel mese di aprile 2024. La pubblicazione mensile, inizialmente curata da Luca Boschi e, in seguito alla tragica dipartita di quest’ultimo, da Pier Luigi Gaspa, raggiunge infatti il centesimo numero.

Una meta non da poco per una pubblicazione a fumetti, soprattutto di questi tempi, che viene giustamente celebrata a partire dalla copertina, come sempre opera di Giorgio Cavazzano e che raffigura Topolino e Zio Paperone (inusualmente accostati in un’unica illustrazione). Data l’occasione speciale, però, questo numero celebrativo gode anche di una versione variant, firmata da Andrea Freccero e basata su un particolare effetto olografico che coinvolge una carrellata di componenti della banda Disney. Quest’ultima viene distribuita esclusivamente in fumetteria e sul sito di Panini Comics, al prezzo maggiorato di 8.00€ (contro i 5.50€ dell’edizione regolare).

Nel presente volume iniziano ad essere pubblicate nuovamente storie non ristampate da decenni

Come viene evidenziato da Gaspa nel piacevole redazionale introduttivo, questo numero 100 potrebbe rappresentare in realtà un punto di partenza, piuttosto che un punto di arrivo. Negli ultimi mesi, infatti, è emersa la necessità di migliorare l’impostazione della testata che, dai fasti dell’era Boschi, era passata ad essere un generico contenitore di storie rivolte prevalentemente al lettore occasionale.

Certo, in alcuni casi sono stati confezionati dei sommari molto piacevoli, ma il livello qualitativo del passato era ormai lontano. Gaspa, che si è trovato a raccogliere un difficile testimone, in questo numero getta le basi per una vera e propria nuova formula della testata, che consisterà nell’aumento del parco redazionale e nel recupero di storie del passato poco ristampate. In particolare, quando Boschi era al timone della pubblicazione, proprio queste ultime ne costituivano il fiore all’occhiello. E’ da premiare e da incoraggiare la buona volontà di Gaspa, che sta facendo del suo meglio per offrire ai lettori un prodotto di alto livello qualitativo.

La prima storia ristampata è Paperino e il treno scomparso, una piacevole avventura firmata da un Rodolfo Cimino e da un Massimo De Vita agli albori della propria carriera e per questo ancora piuttosto acerbi. L’opera risente del peso del tempo ma la trama risulta certamente godibile.

Soluzioni innovative per difendere il deposito

Segue un redazionale di una pagina incentrato su Onofrio Bramante, un autore che, nel corso degli anni, è stato molto poco approfondito e che non ha mai goduto di monografie. Gaspa rimarca efficacemente la poliedricità del fumettista, in grado di passare abilmente da un genere ad un altro. Ad arricchire questa micro-sezione segue una breve storia disegnata proprio dall’autore preso in esame e sceneggiata da Osvaldo Pavese, ovvero Topolino e i furti acrobatici, in realtà poco brillante e priva di elementi capaci di intrattenere.

Benché la produzione di Onofrio Bramante spesso non venga ricordata con particolare affetto dagli appassionati, approviamo la volontà di Gaspa di dedicargli uno spazio di rilievo, in modo da onorare la sua memoria e ricordare di come il fumetto Disney non sia fatto solo dai nomi più blasonati. Data l’occasione, però, forse sarebbe valsa la pena scegliere una storia più memorabile.

Si prosegue con Pippo e la bottiglia messaggio, breve storia nata dalla collaborazione tra i fratelli Barosso e Giuseppe Perego, adatta forse come “riempitivo” ma che stona un po’ in questo numero celebrativo. Molto piacevole invece Paperino e il forziere a bilanciere, sceneggiata da Michele Gazzarri (altro autore che sta venendo pubblicato di frequente sulla testata) e disegnata da Luciano Gatto. Nonostante i cinque decenni e mezzo alle spalle, la trama risulta ancora molto fresca e i dinamici disegni del maestro veneziano impreziosiscono l’ottimo spunto iniziale.

Classico stilema ciminiano nella popolazione aggressiva ed isolata, qui presentata come la Brutopia di barksiana memoria

La sezione Superstar presenta solamente storie selezionate da numeri celebrativi di Topolino e introduce una delle caratteristiche più importanti della nuova formula, ovvero il già accennato recupero di lavori caduti nell’oblio da decenni. Si comincia con Topolino e la corda del fachiro, firmata da Guido Martina e Giuseppe Perego e pubblicata originariamente sul n. 200. Da allora, è stata ristampata solamente una volta sugli Albi della Rosa nel 1962, e dunque assente dalle edicole da ben sessantadue anni.

La storia in sé, diciamocelo, non è affatto memorabile e risente moltissimo dei numerosi decenni trascorsi dalla sua pubblicazione. Tuttavia, si è trattata di una scelta “obbligata”, in quanto la sezione Superstar, come si è detto precedentemente, è incentrata solo sui numeri “tondi” di Topolino. Esistono perle di produzione nostrana mai più ristampate certamente più considerevoli; tuttavia, è apprezzabile lo sforzo nel proporre qualcosa di appetibile a livello filologico e, come punto di partenza, è sicuramente accettabile.

Peccato per le numerose e deturpanti censure presenti nel volumetto. Tralaltro, la versione utilizzata per la ristampa non è nemmeno quella del Topolino originale, ma quella degli Albi Della Rosa.

Immagine promozionale per celebrare il centesimo numero e la copertina variant di Andrea Freccero

La lunga Zio Paperone e l’alleanza posticcia (Rodolfo Cimino/ Giorgio Bordini) è certamente la storia principe di questo numero celebrativo. Una classica “ciminiana”, pregevole alla lettura e imbevuta di trovate originali.

Dal numero 1200 del settimanale è stata selezionata Topolino e la statua d’oro (Luca Vizzotto/ Pier Lorenzo De Vita), giallo urbano dall’impianto classico, che scorre facilmente ma non lascia particolari ricordi.

Si chiude la carrellata con Zio Paperone e il segno premonitore (Guido Martina/ Giovan Battista Carpi). La storia appartiene alla produzione crepuscolare del “professore” disneyano e non raggiunge certo i picchi di creatività dei suoi grandi capolavori. La trama è un insieme di vari elementi, anche piacevoli se presi singolarmente, ma un po’ confusionari nell’insieme. Comunque, il tratto di Giovan Battista Carpi è eccellente ed è una perfetta espressione del suo raro talento.

A conti fatti, anche data l’occasione celebrativa, questo centesimo Grande Classico lascia forse un po’ di amaro in bocca, sia per le storie selezionate, non sempre sopraffine, sia per un’impostazione ancora da limare e da definire nei suoi dettagli. Ci teniamo comunque a sottolineare la buona volontà del curatore, che sta facendo del suo meglio per accontentare gli appassionati. Ci rendiamo inoltre conto del fatto che una nuova formula necessità sempre di un po’ di rodaggio, pertanto è normale non riuscire a centrare il punto al primo tentativo . In questo numero abbiamo già individuato i prodromi di una notevole crescita e rimaniamo sintonizzati, fiduciosi e curiosi di scoprire come si evolveranno I Grandi Classici Disney nei prossimi mesi.

Autore dell'articolo: Tommaso Praloran

Leggo e colleziono fumetti Disney fin dalla più tenera età. Inoltre, sono un grande appassionato di montagna e mi dedico con piacere anche alla lettura di qualche libro. Sono uno studente di liceo e nel tempo libero porto avanti questi interessi.