Topolino 3013
Un numero straordinario che si apre con una copertina benissimo bilanciata da un gran Cavazzano, dedicata alla storia di apertura, Topolino e il passaggio al Tor Korgat. Un ispirato Gagnor costruisce un plot frizzante, ambientato su di una gelida montagna, tra scalate impervie e nemici minacciosi. L’autore è bravo a sviscerare l’anima dei vari personaggi, tramite l’efficace uso di didascalie e di dialoghi interiori. La montagna rivela il proprio io, e Topolino si ritrova davanti a scelte difficili, tra l’essere il perfettino stereotipato, l’arrogante eroe o il giovane avventuriero. Gambadilegno, più diabolico che mai, si esprime in tutta la sua cattiveria e la sua difficoltà ad avere un nemico che vince sempre. Solo Pippo riporta in campo quell’umanità e quella semplicità che tutti cerchiamo. Cavazzano da par suo disegna 50 tavole straordinarie, dalla doppia splash-page iniziale a vignettoni in cui sovverte le inquadrature, a ritratti più intimi in cui rivelare il sentimento puro dei personaggi. Seppur con un finale un po’ affrettato che genera domande (ma è un difetto?) il Tor Korgat è davvero un’avventura sensazionale.
Le due brevi che seguono risultano valide, seppur antitetiche tra loro. Se Paperino e l’estate… da bagnino di Gianatti e Guerrini presenta i classici disastri di Paperoga con simpatici sorrisi e ottime visualizzazioni, la storia di Stabile e Faccini presenta una marcia in più. Zio Paperone in: brivido sotto il sole presenta uno spunto semplice e quotidiano ambientato in spiaggia, con tutta la famiglia dei paperi al completo. Lo svolgimento non è banale e umanizza lo Zione, con acuti scambi di battute e intermezzi ilari.
La lunga straniera che chiude il numero, Paperino e l’irraggiungibile stella, di Spectrum Associates e Pujadas, pur presentando varie sfortune di Paperino, riesce ad essere coinvolgente e a donarci il papero che mette in ciò che fa tutta la sua volontà, vincendo nel finale alla grande dopo tutta una serie di disastri. Insomma, una storia genuina e di buoni sentimenti, che avrebbe giovato di qualche tavola in meno, ma che anche nelle sue 50 tavole intrattiene volentieri.
Un bell’articolo sui 150 anni del C.A.I. (Club Alpino Italiano) e uno su Monsters University completano un ottimo albo.