Topolino 3020

09 OTT 2013
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Anche se l’editore è cambiato la nostra Silvia Ziche è sempre la stessa, dissacrante, ironica e tagliente, non perde un colpo, riesce con una sintesi magistrale a descrivere aspetti peculiari della nostra società rendendoli divertenti e accessibili a tutti.

Valentina riesce sempre ad esprimere un po’ di se stessa nell’editoriale, quasi a scusarsi del ruolo che ricopre, delle responsabilità, cerca di tenere vivo il “fanciullino” che è in lei e così riesce a giungere diretta ai cuori dei suoi amati lettori.

Il numero si apre con “Topolino e gli incontenibili squee” (Casty) che sfruttando molti cliché della fantascienza confeziona una storia senza pecche nella struttura narrativa e nella composizione dei dialoghi, espressiva nell’apparato grafico, ma del tutto priva di mordente nella realizzazione; appare scontata, i colpi di scena sono prevedibili, così come il finale; il messaggio per quanto interessante risulta insufficiente a compensare la sensazione di vacuità che tutta l’avventura lascia sul lettore. Casty può e deve fare di meglio sfruttando la sua innata vena umoristica, la capacità di creare gag divertenti e intelligenti.

Dalla fantascienza al fantasy torniamo dal nostro gruppo di maghi con “Wizard of Mickey – Legacy: Il padrone della Magia” (Venerus/Perina) che porta a conclusione la saga. C’è da considerare che è rivolta ad un pubblico ingenuo e se la leggiamo in quest’ottica ha una buona riuscita, ma il piano di lettura è uno: quello narrativo. Il potenziale di Wizard of Mickey rimane ancora inespresso, ma speriamo nel futuro, perché questi tre maghetti hanno ancora molto da dire.

“Amazing papers: la pattuglia spaziale e il lunatico apatico” (Savini/Intini): un Intini molto ispirato dà come al solito dinamicità a tutta la storia che appare una breve divertente e piena di gag e che soprattutto riesce a trasmettere la cara ed effimera gioia infantile, ambrata ed evanescente.

Nella vecchia fattoria (Faccini)… esilarante come sempre!

Infine “Qui, Quo, Qua e il campeggio estremo” (Halas/Fecchi): senza infamia e senza lode, divertente al punto giusto, ma con i dialoghi che risultano un po’ legnosi, forse a causa della traduzione.

In conclusione un numero nella media con la storia di Quack Town che fa sperare in una serie divertente e commovente.

Autore dell'articolo: Nebulina