Disney Anni d’Oro 4

01 OTT 2009
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Il quarto numero di Disney Anni D’oro è, forse, il migliore uscito finora. L’apparato critico è, questa volta, cospicuo e nell’indice c’ è spazio anche per qualcosa di raro. Il volume si apre con un esauriente articolo di Luca Boschi che inquadra la storia di apertura nel suo tempo, descrivendo, nel dettaglio come era il settimanale Topolino in quel periodo (fine estate ’83). La storia in questione è Topolino e l’idolo vulcanico, opera di un Romano Scarpa non nel periodo migliore della sua lunga carriera, ma, pur sempre, con “una marcia in più” rispetto a tanti colleghi.
Segue un piccolo capolavoro grafico e narrativo (ma, purtroppo, presentato nella versione recentemente ricolorata elettronicamente) : Paperino e l’errore del Paperzucum, una delle migliori storie di Rodolfo Cimino, disegnata, in modo particolarmente “audace”, da un Giorgio Cavazzano “techno”, abile nel dar forma ad affascinanti papere che irretiscono, non il solo Paperino, ma anche il lettore.
Dopo lo spazio centrale del volume, occupato da un’intervista alla scrittrice Susanna Tamaro, riprendono i fumetti, con Topolino e il segreto di Shangri-ooo-la-la, mediocre storia dello Studio Program, illustrata da Massimo De Vita, ma pur sempre mai ristampata negli ultimi 25 anni. Pluri-ristampata, ma molto simpatica, è, invece, Pippo e il cappello magico (Chendi/Bottaro), con una Nocciola in forma smagliante.
Un interessante servizio di Luca Boschi sulle novità editoriali degli anni Ottanta (essenzialmente Albi di Topolino, Mega Almanacco, e Paperino Mese) introduce una bella storia di Giorgio Pezzin, disegnata da G.B. Carpi e Freccero (Zio Paperone e il talismano verde), apparsa, in effetti, su un numero di Paperino Mese del 1989 e, da allora, mai più riproposta.
L’ultima avventura del numero è una breve, divertente – e pure rara – storia americana di Ser Lock, preceduta da un’esauriente disamina del personaggio a cura del prof. Becattini. Interessante, seppur troppo “striminzito”, il portfolio dedicato alle vignette della serie Merry Menagerie. Un numero buono, in cui, tuttavia, il materiale noto è ancora, qualitativamente e quantitativamente, superiore al materiale raro, e in cui è possibile notare qualche pecca nell’editing. Confidiamo, tuttavia, nella possibilità di ulteriori margini di miglioramento.

Autore dell'articolo: Malachia