Tesori International 15 – I grandi autori italiani Disney nel mondo 4: Giorgio Cavazzano

18 AGO 2018
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Negli ultimi vent'anni, tramite il cambiamento e la maturazione del proprio stile negli anni '90, Giorgio Cavazzano è diventato uno dei più importanti e noti autori disneyani, punto di riferimento e modello di partenza per tutte le generazioni di disegnatori che hanno iniziato a lavorare per Topolino a partire da quel periodo. La sua fama, però, si è estesa anche all’estero, grazie alle sue collaborazioni con editori di diversi paesi, già a partire dai decenni precedenti; alcune di queste storie vengono raccolte e diventano il soggetto del nuovo volume della collana Tesori International, giunta al quarto numero dedicato alle più importanti opere degli autori italiani fuori dal Bel Paese.
Il tomo è diviso in tre sezioni, ognuna contenente storie realizzate per paesi diversi. La prima del volume, che è anche la più scarna, è dedicata al contributo dato da Cavazzano al Disney Studio Program, che iniziò a realizzare storie nel periodo in cui la licenziataria dei fumetti Disney negli Stati Uniti, la Western Publishing, aveva diminuito sensibilmente la propria produzione. Nell’albo troviamo solo una storia risalente a questo periodo: Zio Paperone e i capricci della Numero 1, con il soggetto di Dick Kinney e la sceneggiatura di Giorgio Pezzin. E, probabilmente, sono proprio la fantasia e la tipica verve delle sceneggiature pezziniane degli anni '70 a rendere la storia frizzante, emergendo sulla, solitamente, anonima produzione dello Studio Program. Il tratto dell’artista lagunare è dinamico, i personaggi sono particolarmente slanciati e frenetici, come Cavazzano li disegnava solitamente durante quel periodo brillantemente definito “techno”.
Dall’America si torna nel Vecchio Continente, e stavolta si va oltralpe: sul finire degli anni '70, i rapporti di Cavazzano con la redazione di Topolino e il direttore Mario Gentilini iniziarono ad incrinarsi. Fatto che, assieme alle sollecitazione dell’amico sceneggiatore François Corteggiani, spinse il Maestro veneziano verso una nuova collaborazione, stavolta con Hachette, la casa editrice che pubblica i fumetti di Topolino e Paperino in Francia. Le storie presenti in questa sezione sono molte di più, ben sette, anche se caratterizzate da una lunghezza maggiormente esigua e, soprattutto, da una bassa qualità: le più interessanti sono la discreta Paperone contro Paperone, le due avventure con protagonista Basil l’investigatopo e Topolino in: Il ritorno di Babbo Natale, forse la migliore del lotto nonché un omaggio al disegnatore francese Claude Marin. Dal punto di vista grafico abbiamo un Cavazzano probabilmente non nel suo periodo migliore, quello degli anni '80, decennio a cui appartengono tutte le storie (eccezion fatta per l’ultima) e in cui l’autore, nonostante la voglia di innovare il suo tratto avvicinandosi a quello degli ultimi anni, rimane però ancora attaccato ai disegni guizzanti del periodo precedente, creando un miscuglio che a volte risulta essere poco piacevole.
Ultima parte del tomo dedicata alle storie illustrate per la casa editrice danese Egmont, che presenta due avventure non particolarmente entusiasmanti, complice la visione del personaggio di Paperino come una semplice fonte di gag, senza una vera e propria tridimensionalità. Si segnala la seconda, che affronta il tema dell’esistenza di Babbo Natale, seppur in maniera piuttosto blanda. Trame infime vengono però supportate dagli splendidi disegni dell’autore veneziano, giunto ormai alla consacrazione del proprio tratto: qui Cavazzano riesce a realizzare paperi perfetti, che risultano davvero vivi senza dover ricorrere alla frenesia tipica delle sperimentazioni “techno”.
Gli articoli risultano abbastanza scarni e non offrono particolari novità; va però segnalato un ampio portfolio nel quale vengono mostrati bozzetti, schizzi preparatori, immagini e copertine realizzate da Cavazzano per le case editrici estere.
Complessivamente un volume discreto: le storie, a parte alcune, non sono particolarmente entusiasmanti, al contrario degli splendidi disegni dell’autore: volume consigliato solo se non possedete le storie e siete fan del Maestro che, con poco più di 50 anni di carriera sulle spalle, riesce ancora a trasmettere emozioni e a raccontare storie attraverso i suoi disegni.
P.S. Con il volume di cui avete appena letto la recensione si conclude la collana Tesori International: l’annuncio è arrivato tramite un piccolo avviso posto in fondo all’albo, segnale che la Panini ha deciso di non farsi più trovare impreparata da annunci a sorpresa su Anteprima e altro, come accaduto con Definitive e Pk Giant (che proseguirà in nuovo formato).
Una collana che, dopo un’ottima partenza, alla fine si è rivelata discreta, per colpa di alcune scelte sbagliate e volumi mai pubblicati: con il cambio di obiettivi si è cercato di portare avanti la testata, che però dopo solo quattro numeri ha chiuso i battenti. La Panini ha ora annunciato una nuova linea editoriale per i collezionisti: la speranza è che la casa editrice modenese possa imparare dai propri errori, proponendo agli acquirenti prodotti che possano soddisfarli maggiormente.

Autore dell'articolo: Alberto Brenna