Un papero in rosso

05 DIC 2021

La sera del 24 dicembre Babbo Natale subisce un incidente stradale causato da Paperon de’ Paperoni, che gli impedisce di procedere alla consueta consegna dei regali. Il papero più ricco del mondo viene quindi “condannato” a sostituirlo nel suo importante lavoro, accompagnato da un recalcitrante Paperino, reclutato suo malgrado.

Quando nel 1998 lessi per la prima volta Un papero in rosso rimasi subito coinvolto e diventò immediatamente una delle mie storie Disney natalizie preferite, un instant classic che prese posto al fianco di titoli forse più blasonati ma ai quali questa avventura non ha secondo me nulla da invidiare.

La sceneggiatura, realizzata a quattro mani da Tito Faraci e Francesco Artibani, è contraddistinta principalmente dalla comicità dissacrante e paradossale, aspetto che caratterizzava i loro lavori di quegli anni e che portava una ventata di freschezza nello storytelling disneyano, sviluppando con gusto dell’assurdo uno spunto di base già di per sé esilarante.

È soprattutto nei dialoghi che si riscontra questo aspetto: l’umorismo verbale dei due autori offre delle schermaglie da antologia, in particolare tra Paperone e Paperino ma anche nell’esilarante scena del processo al Polo Nord, dove lo Zione si scatena nel difendersi contro le accuse che gli vengono mosse.

Un papero in rosso non è però un’avventura solamente umoristica: attraverso le numerose gag, che si concentrano soprattutto durante il giro di consegne, i due autori veicolano il classicissimo messaggio di altruismo e amore verso il prossimo.

Ma il fatto che ci si arrivi in una maniera meno ovvia e “contaminata” da un po’ di sano humour, da caratterizzazioni eccessive, da fitti dialoghi ricchi di battute – spesso al vetriolo – e da una sceneggiatura vivace porta a un risultato piuttosto originale, a dispetto dell’essere l’ennesima storia con Babbo Natale, i regali, la neve e tutto il resto del campionario.

Ai disegni troviamo Paolo Mottura, che all’epoca aveva già iniziato a imprimere nel proprio tratto uno stile personale e riconoscibile. In questa storia non c’era molto margine per i virtuosismi, ma l’artista riesce comunque a fare la differenza: si pensi alle vignette che mostrano il tribunale magico, nelle quali gli sfondi comunicano un barocchismo cesellato con cura, un insieme di linee fluide che si innestano su figure dall’aspetto più rigido e che rendono in una maniera tutta particolare il fascino di un luogo così distante dalla realtà. Significative sono anche le soluzioni utilizzate per mostrare il viaggio dei due protagonisti sulla slitta volante, le città ricoperte di neve, il passaggio di casa in casa e le scene più movimentate.

Sotto il profilo dei personaggi, invece, ci troviamo di fronte a una certa ricercatezza nell’aspetto dato ai folletti – baffoni importanti e variamente arricciati, nasoni e cappellini decisamente lunghi – e a un lavoro interessante sulle proporzioni di Paperone e Paperino, trasformati dalla magia di Babbo Natale per interpretare il compito che spetta loro: il primo guadagna una maggior circonferenza e una barba sotto il becco; il secondo rimpicciolisce di statura, con il risultato di avere due zampe molto più evidenti del solito e abiti che gli cadono larghi.

Un impatto visivo inedito e che contribuisce a rendere questa storia una commedia natalizia molto riuscita, divertente e piacevole da leggere e rileggere sotto l’albero.

Autore dell'articolo: Andrea Bramini

Andrea Bramini, detto Bramo, nasce a Codogno nel 1988. Dopo avere frequentato un istituto tecnico ed essersi diplomato come perito informatico decide di iscriversi a Scienze Umane e Filosofiche all'Università Cattolica del Sacro Cuore, dove a inizio 2011 si laurea con una tesi su Watchmen. Ha avuto esperienze professionali nell'ambito delle pubbliche relazioni e come segretario. Appassionato da sempre di fumetti e animazione Disney, ha presto ampliato i propri orizzonti imparando ad apprezzare il fumetto comico in generale, i supereroi americani, le graphic novel autoriali e alcune serie Bonelli e affini. Scrive di queste passioni su alcuni forum tematici e principalmente per il sito di critica fumettistica Lo Spazio Bianco, nel quale ricopre la carica di caporedattore.