Topolino e le delizie natalizie

14 DIC 2021

Ho letto Topolino e le delizie natalizie da molto piccolo, in bianco e nero, su un volume della Comic Art: fa parte del mio imprinting scarpiano che ho già citato in altre circostanze ed è una storia che rileggo sempre con piacere quando si approssima il 25 dicembre e le città ed i balconi delle case si riempiono di luci e decorazioni natalizie.

Le delizie natalizie è forse la prima grande storia natalizia made in Italy, una commedia corale che vede agire il cast disneyano al completo proprio durante la vigilia di Natale, riunito in una città che non può dirsi né Topolinia né Paperopoli, ma un’unica grande metropoli che ospita sia la famiglia dei Paperi che la banda dei Topi.

È una storia ricca di gag spassose, ma al contempo pungenti, tipiche del suo sceneggiatore, Guido Martina; è una storia illustrata magistralmente da Romano Scarpa, il cui tratto può dirsi già compiuto nonostante sia solo la sua quinta prova da disegnatore e la terza con i personaggi “canonici”.

È una storia che anche oggi, a quasi settant’anni dalla sua prima pubblicazione, ci mette di fronte ad un aspetto fra i meno romantici e più prosaici del Natale. In questo giorno speciale, o più in generale in questo periodo dell’anno, siamo davvero contenti di rivedere amici e parenti, di dedicare loro del tempo alla ricerca di un regalo gradito e di trascorrere con loro un lauto banchetto, sia il cenone della vigilia oppure il pranzo del dì di festa?

Oppure si tratta di mere convenzioni e abitudini alle quali ci limitiamo a conformarci, seppellendo i nostri veri pensieri sotto un velo di ipocrisia incorniciato dalla frase “A Natale siamo tutti più buoni”? Martina ci mette davanti a questa tradizionale contraddizione, che probabilmente almeno una volta nella vita tutti abbiamo provato sulla nostra pelle. 

All’invisibilità che colpisce involontariamente Topolino e Pippo fa così da contraltare il rendersi visibile del lato più meschino di Minni, Paperino e Paperone, quella parte che ognuno di noi possiede ma che cerchiamo di nascondere agli altri e, talvolta, anche a noi stessi. Le azioni di Topi e Paperi, in fondo, ci mostrano paradossalmente un comportamento quanto mai “umano” nel quale ci possiamo facilmente rispecchiare, mettendoci davanti al fatto che sta a noi decidere se sia opportuno far prevalere i motivi di rancore e risentimento verso il prossimo, oppure se in fondo il Natale possa essere l’occasione di riscoprire sinceri sentimenti di bontà e fratellanza che albergano dentro di noi, ma che spesso vengono sovrastati dal cinismo e dalla disillusione.

Quei sentimenti grazie ai quali possiamo dire di festeggiare davvero il Natale, ritrovandoci ogni anno uniti con le nostre famiglie attorno ad una tavola imbandita, proprio come accade ai nostri personaggi preferiti nell’ultima vignetta della storia. 

Autore dell'articolo: Federico Pavan

Sabaudo di nascita, romano d'adozione e veneto per amore, leggo fumetti da quando ero bambino e non ho ancora smesso! I miei preferiti: Tex, Asterix, Lucky Luke, Corto Maltese, Mafalda… ma Topolino resta il compagno di viaggio più fedele, una passione che mi ha portato a conoscere il Papersera (e a incontrare tanti amici e una splendida sposa) lungo tutto lo stivale italiano. Il mio idolo disneyano di sempre è Romano Scarpa, ma non posso dimenticare l'emozione del mio primo raduno, nel quale ho avuto la fortuna di incontrare due miti come Don Rosa e Carlo Chendi.