Topolino 3464

19 APR 2022
Voti del fascicolo: Recensore: Medio: (43 voti) Esegui il login per votare!

Topolino 3464

Il numero di Topolino di questa settimana si distingue per il ritorno in grande stile di Bruno Enna, sceneggiatore di grandissima cultura e sensibilità. Le prime due storie dell’albo sono infatti a sua firma e, per quanto molto diverse, presentano qualche elemento comune che fa respirare, a chi lo ha amato e seguito in questi decenni, una gradevole “aria di casa”.

Il primo episodio di Amelia e le 7 streghe vulcaniche, per i disegni di Roberto Vian, si inserisce nel filone di storie che puntano ad approfondire e in qualche maniera a rilanciare i comprimari Disney, specie quelli destinati, per necessità di fabula, a non vincere mai. In questa prima parte assistiamo a un momento di sconforto di Amelia: dopo l’ennesimo tentativo fallito di ottenere la Numero Uno la fattucchiera si isola nella sua cameretta da teenager, tornando con la memoria alle origini della sua ossessione.

Il plot vedrà Amelia confrontarsi con le sette streghe vulcaniche del titolo e, sebbene in questa prima parte lei appaia dimessa e sconfitta, possiamo dare per scontato che nella prossima puntata assisteremo al suo riscatto, magari grazie a un’alleanza pro tempore con Paperone (il quale al termine di questa prima parte si ritrova a possedere tutte le monete necessarie alla realizzazione del Tocco di Mida, cosa che lo mette teoricamente in grande pericolo).

In alcuni momenti, in alcuni gesti (come quando l’apprezzata Nonna Caraldina, personaggio di creazione americana ma al centro di un pugno di ottime storie italiane degli anni Novanta, prende Amelia per mano e la mette di fronte al proprio passato) la storia si eleva rispetto alla media, al netto di alcune imprecisioni dal punto di vista grafico.

Roberto Vian, infatti, propone tavole ricche di atmosfera, anche grazie a un puntinato a volte invasivo ma interessante, ma tende a variare troppo spesso le proporzioni dei personaggi. Stendiamo invece un velo pietoso sulla tanto vituperata tavola contenente quello che il principio del Rasoio di Occam ci fa sospettare trattarsi di un pesante errore geografico, di cui in questi giorni si è parlato sin troppo e quasi mai nei modi opportuni.

Battista, hai fatto stretching ultimamente?

Subito dopo abbiamo la conclusione della storia in due tempi Paperino Paperotto e il volo dell’albatro, nella quale abbiamo il ritorno del personaggio di cui Enna è stato co-creatore e autore principale. Il plot mi ha ricordato, con le dovute differenze, il libro del recentemente scomparso Luis Sepúlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare. Anche qui al centro della vicenda abbiamo un volatile incapace di spiccare il volo e delle creature, piccole ma piene di risorse, intenzionate ad aiutarlo.

È la rivincita dei bambini, che con la loro purezza senza compromessi vincono contro la grettezza degli adulti. È la formula che, nei decenni passati, ha fatto grande il personaggio di Paperino Paperotto rendendolo così amato da garantirgli una testata autonoma.

Se al Volo dell’albatro dobbiamo trovare un difetto, questo sta forse nella relativa velocità del finale, poiché nell’ultimo atto Enna si limita a raccogliere quanto seminato per portare a un epilogo tutto sommato prevedibile, senza grossi scossoni. Ma la storia è supportata dagli efficaci disegni del bravissimo Nicola Tosolini, che richiamano immediatamente la stagione più felice del personaggio, e tanto basta.

Sepulveda e Disney

La gabbianella e il papero

Sono i sentimenti l’ingrediente principale delle prime due storie, dosati con cura ed espressi con grande delicatezza. A volte basta un gesto, un’inquadratura a raccontare un intero mondo interiore. Bruno Enna è sempre stato, in questo, maestro assoluto.

Col procedere dell’albo l’interesse del lettore comincia lentamente a scemare. Il nuovo episodio di PippoSpot, serie dai risultati a dir poco altalenanti, si intitola Il futuro vola leggero – anche se, di leggerezza, ne ho vista ben poca. Dal punto di vista grafico ci troviamo di fronte a una buona prova di Alessio Coppola, grazie a un tratto piacevolmente retrò e a una colorazione molto curata. Il tutto purtroppo non è supportato da testi all’altezza.

Per quanto breve, Il futuro vola leggero presenta alcune problematiche di tipo logico: che dei palloncini che si afflosciano rivelando l’aspetto che avremo da vecchi e malati ottengano un grande successo commerciale appare poco credibile. Quanto dovrebbero costare dei palloncini basati su un calco del volto dell’acquirente? Perché mai qualcuno dovrebbe spendere del denaro per questo? In che epoca è ambientata questa storia, dal momento che esistono fior di applicazioni gratuite in grado di fare la stessa cosa? Quanti problemi in una storia di dodici pagine!

Un po’ meglio la successiva Pico, Paperoga e il bizzarrismo fuffilosofico, testi di Monica Manzoni e disegni di Sergio Cabella. Al centro della storia c’è un plot che sa di già visto senza che questo disturbi più di tanto e mi ha, con tutte le differenze del caso, ricordato la splendida La filosofia di Paperino del 2014: anche qui (come lì) l’espediente del convegno di filosofi usato come MacGuffin per permettere agli autori di enucleare una visione del mondo che cozza con ciò che siamo soliti considerare naturale, ovvio.

Paperoga, outsider per eccellenza del mondo Disney, è stato spesso utilizzato in questi anni come “riapritore di giochi”, ruolo che gli si confà in modo particolare – al punto che si perdona al Bizzarrismo fuffilosofico una certa banalità dell’insegnamento di fondo.

Vernacolo anni Novanta

Idiomi incomprensibili

Ultima storia è il mystery Minni e i furfanti del sottosuolo di Roberto Moscato e Marco Palazzi, avventura dall’andamento veloce e poco accattivante, tra l’abusato espediente comico del dialetto regionale travestito da lingua straniera (non siamo più negli anni Novanta, scusate), un colpo di stato poco credibile e disegni volutamente innocui, che potrebbero dare sostanza grafica a una storia non molto convinta ma che alla prova dei fatti si arrendono senza neanche provarci.

Apprezzabile che la compagna di Topolino non sia più utilizzata come damsel in distress ma non basta questo a elevare un’avventura poco ispirata.

Tra gli articoli di approfondimento, oltre alle prevedibili pagine dedicate ai vulcani (argomento della storia di apertura) si fa notare la lunga intervista allo youtuber Kirio1984, al secolo Maurizio Iorio, che parla del suo libro Anche mio nonno era un otaku! edito da Mondadori Electa. Nell’intervista Iorio anticipa un po’ il contenuto del saggio e cita il suo grande amore fumettistico, il mai troppo celebrato Osamu Tezuka anche detto “il Dio dei manga”, la cui presenza sulle pagine di Topolino rappresenta una piacevole novità: dobbiamo attenderci una prossima apertura al mondo degli otaku che non sia la solita parodia/presa in giro?

Restiamo qui in attesa.



Autenticati per poter votare le storie del Topolino!

Autore dell'articolo: Manuel Crispo

Medico con la passione per la scrittura, pker di vecchia data, come tanti ho iniziato a leggere con Topolino. Col tempo ho divorato voracemente manga, manhwa, historietas, BD e tutto ciò che è targato Sergio Bonelli, ma l'incredibile mondo Disney resta il mio primo amore.