Topolino 3007

10 LUG 2013
Voti del fascicolo: Recensore: Medio: (25 voti) Esegui il login per votare!

Un numero con alcuni aspetti interessanti il 3007 di “Topolino”. Apre il fascicolo la seconda puntata della saga di Paperinik dedicata al gadget estivo: “Paperinik sull’oceano scombinato” di Sisti e Mazzarello offre un episodio intrigante anche se l’alone di mistero è meno forte di quel che si vorrebbe, visto che la lettura della prima puntata fa immaginare facilmente quale sia la causa di tanti apparentemente inspiegabili enigmi. Peccato anche per le troppe anticipazioni trapelate che tolgono altra suspence rivelando prima del tempo l’identità del misterioso nemico (e anche Mazzarello non fa molto per nasconderlo). Rimane comunque la curiosità sulla visione generale del suo piano e una vicenda godibile da seguire.

A seguire ecco il ritorno dei “custodi del mistero”, sempre ad opera di Bruno Sarda ed Emilio Urbano: sinceramente non si capisce cosa apporti in più alle avventure di Indiana Pipps questa società creata ex novo dallo sceneggiatore torinese. Sicuramente portano via un sacco di tavole preziose, visto tutto lo spazio necessario ogni volta per raggiungerli e presentarli. Concretamente poi, i vari membri non è che abbiano davvero un gran peso specifico nelle storie, visto che solitamente i plot sono talmente semplici e ridotti all’osso che sarebbe più che sufficiente un solo protagonista, Indiana appunto. La dimostrazione è anche in questo episodio che sembra tirato via in più punti: gli enigmi presentati in maniera sommaria (vedi i tre labirinti le cui risoluzioni appaiono del tutto inventate) o incompleta (qual è il misterioso indovinello da decifrare?) non aiutano a coinvolgere il lettore. Spiace vedere come il target di riferimento delle storie dell’archeologo pippide si sia così drasticamente abbassato.

Demenziale e divertente la breve di Bosco e Marini che ci accompagna al pezzo forte del numero, “Paperoga eroe dello spazio”, di Gagnor e Sciarrone.
Una storia che inizia in maniera poco accattivante, con un abuso di nomi storpiati che vorrebbero essere divertenti. Poi però alla distanza viene fuori Paperoga e con esso l’essenza della vicenda e il papero dal pon pon si ritrova a rivivere le deliranti avventure pezziniane intrecciandole con quelle suggestioni romantiche che fino ad ora erano state appannaggio di suo cugino con Reginella. Di fatto nella seconda parte la già esile trama non conta più, a contare sono i risvolti della medesima, la presa in giro degli stereotipi, il rapporto amore/odio con la principessa tratteggiato con una delicatezza che sappiamo appartenere a Paperoga, un finale forse appena un tantino troppo melodrammatico ma in fondo giusto perchè, parafrasando Samuel Butler, “E’ meglio ricordare di aver amato e poi perduto che non ricordare di aver mai amato”!
Tutto ciò affogato in una marea di divertenti citazioni, da Luke Skywalker e Guerre Stellari, al discorso del dittatore dello stato libero di Bananas ai robottoni giapponesi.

Completano l’albo una serie di articoli interessanti: la storia di Paperinik ci porta a scoprire la misteriosa fauna degli abissi e gli enigmi del mare (anche se magari sarebbe stato il caso di segnalare che le presunte anomalie magnetiche del triangolo delle Bermuda sono tutt’altro che provate), quella di Paperoga è il pretesto per parlare di un libro che racconta come la scienza al servizio delle esplorazioni spaziali abbia avuto impatto anche sulla nostra vita quotidiana.

Per concludere Diane Disney ci presenta il museo che ha voluto dedicare alla sua celebre famiglia.

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"