Il Club dei Supereroi 10

19 FEB 2023
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Si arriva alla doppia cifra con questo nuovo numero del Club dei Supereroi, sempre più contraddistinto da una metodologia di proposizione delle storie convincente, benché la qualità delle stesse non eccella se non in rari casi. Il numero odierno, peraltro, propone diversa ironia e mostra il vero aspetto delle storie supereroistiche Disney, senza ulteriori fronzoli.

Una composizione di copertina a cura di Donald Soffritti sembra già preludere alle due storie in cui Paperinik e Paper-Bat si ritroveranno uno a fianco all’altro in situazioni assurde a dir poco.

L’albo, invece, parte proponendo ancora storie italiane di Super Pippo, ma stavolta provenienti dalla prima serie di Almanacco Topolino. Due storie umoristiche dove Super Pippo porta in scena capacità investigative abbastanza inusuali, rispetto a quello che è sempre stato il suo marchio di fabbrica, ovvero la casualità delle azioni.

Super Pippo e i pirati della laguna (Kinney/Dalmasso/Scarpa) è la storia di apertura, ambientata (e forse non era così imprevedibile la cosa) a Venezia. Una storia che sa di giallo, ma che intrattiene solo per la prima parte, quella dei ripetuti furti nei vari esercizi commerciali e finanziari di rilievo della città veneta, sapientemente disegnata da Romano Scarpa e ironicamente concepita anche da Dick Kinney (la storia, come ci anticipa l’editoriale, è una S code, ovvero realizzata in cooperazione con gli studi americani).

La seconda, Super Pippo e il museo delle statue di cera (disegni di G.B. Carpi) rimane in terra calisotiana e torna ad essere una commedia della casualità degli eventi, dove l’ironia è forte.

Letteralmente, il Ponte dei Sospiri

Interessante l’idea dei Bassotti di rubare le statue di cera, e non l’incasso (la storia è stata pubblicata un paio d’anni prima di Paperinik torna a colpire), del museo, ma è anche il presupposto fondamentale per scrivere la storia e garantire qualche minuto di intrattenimento, con un Carpi in forma smagliante e ormai prossimo alla grande consacrazione supereroistica di un anno dopo con la nascita del papero mascherato.

In questo numero del Club tornano anche, a grande richiesta, le gag pages di PK dal Disney MEGAzine, che si alternano a quelle di Paperinik. La firma più prestigiosa è senz’altro quella di Francesco Artibani, che qui si accompagna sia a Francesco Guerrini sia a Roberto Vian per confezionare delle buone situazioni dove la differenza tra le due versioni del personaggio vengono progressivamente meno e conferiscono piacevoli momenti di sorrisi.

Una nuova sezione tematica ci introduce al tema del mondo dei supereroi al cinema, particolarmente cavalcato a partire dagli anni Dieci di questo secolo. Sono, ovviamente, storie che provano a impostare le vicende in maniera totalmente ironica, quasi satirica, senza alcuna pretesa di voler narrare una determinata trama.

Andiamo al cinema? Il film di supereroi (Bosco/Di Vita) apre la sezione tematica e ci introduce ad una sorta di vademecum o di analisi di quello che è il film supereroistico. Protagonista in questo caso è Topolino, l’unico ancora indenne da poteri supereroistici tra i main characters disneyani. Di per sé, la “storia” assume più i contorni di una spiegazione ironica che però fa il suo lavoro a metà. I disegni di Di Vita, molto posati, riescono a tenere il tono della medesima molto tenue e senza ulteriori frizzi.

Vita tranquilla? No, grazie: siamo supereroi

Anche peggio, La storia del cinema di Topolino – Paper Bat: il film (Gagnor/Held), che invece è un coacervo di banalità e battute stantie, dove sicuramente ci sguazza un personaggio come Paper-Bat, o meglio Paperoga, mentre gli altri (ivi compresa la figura stonante di Brigitta) sono semplicemente utilizzati come supporto allo svolgimento della vicenda. I disegni di Held rievocano un che di classico, benché molto piatti.

Dopo questa sezione c’è l’ennesima storia del Clube dos Herois, il gruppo di supereroi immaginato nelle storie brasiliane. Il Club dei Supereroi e il ballo in costume (Borlotti Teixeira/de Mello) propone una trama che con i supereroi nulla ha a che vedere, ma che fondamentalmente vuol solo far ridere (e forse ci è riuscita in Brasile).

Anche la risoluzione del caso appare essere messa in secondo piano rispetto alle situazioni imbarazzanti in cui i personaggi sono inseriti, primo fra tutti Paper Bat. I disegni rimangono, anche qui, molto banali, con una sceneggiatura che non deve aver aiutato molto.

Scontro tra titane

La sezione delle storie inedite presenta due storie di sicuro interesse, per motivi differenti, per i lettori. L’apertura della sezione è ovviamente dedicata alla terza parte di Crisis on Infinite Darkwings (Sparrow e Brill/Silvani), a sua volta anticipato, nell’editoriale, dalla notizia del ritorno di Doppia D con nuove storie a opera di Dynamite Entertainment, proprio nel 2023.

Ma torniamo a questa terza parte, che si dimostra essere un ottimo sviluppo della storia complessiva.

Storia che ovviamente non dimentica né di provenire dal mondo di DuckTales, né tantomeno dall’universo disneyano, cercando anche di recuperare un po’ di quello spirito classico dove il crossover tra mondi dei fumetti e dell’animazione era costante.

E qui, sono soprattutto gli easter eggs a farla da padrone, ma al contempo si capisce che queste storie di Darkwing Duck non sono semplicemente interessanti e gradevoli, ma presentano un collegamento reale con la loro controparte animata, dato dall’utilizzo di gabbie regolari dove le vignette sanno infondere un senso di animazione e dinamismo. Più interessante anche quello che sarà lo sviluppo finale della storia, ripreso nell’ultima tavola.

A seguire, una straordinaria storia di “crisi d’identità”, con Super Pippo protagonista. Una nuova vita per Pippo (Corteggiani/Nawa) è un perfetto mix tra il disegno classico, rifacentesi ai corti d’animazione di Pippo degli anni Quaranta, e le trame moderne.

Corteggiani confeziona una simpatica e intrigante storia dove fino all’ultimo non è possibile conoscere la causa di un comportamento così insolito di Pippo, tanto da renderlo un personaggio ristorato e pronto per lo sviluppo della trama. Ciò viene ulteriormente aiutato proprio da quei disegni che si rifanno ai classici Disney in cui Nawa, già esperto del settore, eccelle: un’inattesa e gradita sorpresa.

Davvero un Pippo inaspettato nella sua caratterizzazione.

Di tono ben diverso, Super Pippo e il gran segreto (Markstein/Rodriguez), che pure fa parte di un trittico di storie assieme a Super Pippo e l’inghippo temporale (di cui abbiamo già letto sul Club 6) e ad A Face to forget, dove compare la giornalista Lana Lamb.

Anche in questo caso, il rapporto tra il supereroe e l’avvenente giornalista che vuole intervistarlo e conoscere la sua identità segreta è qualcosa di già visto nel mondo del fumetto disneyano.

Addirittura, l’intermezzo creato dal villain di turno che irrompe sulla scena in maniera goffa e stonata è l’ulteriore colpo ad una trama “facilotta” e non particolarmente impegnata. Di tono diverso forse i disegni di Rodriguez, che connotano le storie nordiche e danno comunque un’idea di classica freschezza, ma che non riescono a recuperare totalmente la storia dal baratro in cui è finita.

Questo numero del Club dei Supereroi porta una piccola battuta di rallentamento nella sua crescita. Una divagazione non particolarmente piacevole, ma dove i picchi sanno essere diversamente entusiasmanti. Le curiosità delle storie inedite fanno comunque propendere per un giudizio positivo, benché non con sommo entusiasmo come ci si stava ormai aspettando.

Autore dell'articolo: Luigi Sammartino

Giurista, accademico e nerd, sono un Pker dormiente della prima ora, ridestatosi assieme alla mia passione per il fumetto Disney. Anche se l'ultimo arrivato, mi piace avere comunque un piglio analitico sui prodotti della nona arte. Sperimentatore perenne, sono sempre disponibile a parlare di tutto.