Topolino 3552

24 DIC 2023
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Topolino 3552 e variant

La copertina regular di Freccero e la variant di Bigarella

Con Topolino 3552 si conclude l’ambiziosa operazione di collegamento fra tutte le storie natalizie del 2023, esemplificata dalla copertina dell’albo a opera di Andrea Freccero con i colori di Andrea Cagol, raffigurante la terza parte di un unico splendido disegno creato unendo questa copertina con quelle dei due numeri precedenti. Purtroppo però, a parere di chi scrive, questo progetto ha funzionato soltanto in parte (a differenza delle copertine).

Per quanto siano riusciti a rendere più credibile questo mondo senza Natale, talvolta i vari collegamenti sono risultati incongruenti o addirittura forzati, probabilmente figli di uno scarso coordinamento editoriale. Basti pensare a Paperoga in nero, nella quale le tavole finali creano un importante cliffhanger che non viene risolto in alcun modo.

Ciononostante l’idea è ottima e innovativa, e ci auguriamo che in futuro venga ripresa e perfezionata.

Ma veniamo alle storie di questo numero, in particolare alla terza e ultima puntata di Zio Paperone e la lampada bisestile, la storia più forte e meglio congegnata, che non ha avuto per nessuna delle tre settimane un degno contraltare. Marco Nucci dimostra ancora una volta la sua bravura nel gestire e capire i personaggi e le atmosfere delle vicende messe in scena.

In questa puntata, dove il Natale è volutamente messo da parte, l’autore ha preferito concentrarsi sulla psicologia dei personaggi, specialmente Paperone sul quale è stato fatto un lavoro di decostruzione magistrale, demolendone completamente le certezze. Il suo conflitto interiore è rappresentato molto bene, senza mai scadere nello stucchevole o nel banale.

Anche il finale in sé è ottimo, e nella sua linearità (senza mancare comunque di riservare un piccolo colpo di scena) rappresenta il perfetto coronamento di un gioiello che verrà ricordato negli anni a venire, anche grazie all’arte di uno Stefano Intini in stato di grazia, perfettamente a suo agio con tutte le atmosfere e i toni della vicenda, anche quelle più cupe e dark.

La maestria di Stefano Intini

Ci sarebbe ancora tanto da scrivere riguardo a questa storia. Credo che soprattutto la figura del Dottor Piuma sia degna di un approfondimento; per adesso mi limito a dire che è sicuramente il personaggio più interessante e con più potenzialità creato negli ultimi anni, come già ampiamente dimostrato.

Vi è peraltro da notare come mano stiamo scoprendo sempre più cose riguardo questa entità sovrannaturale che riprende e rielabora elementi in parte da Dylan Dog e in parte da Lovecraft: attendo con trepidante curiosità gli sviluppi che Nucci ha certamente in serbo.

Per il resto il numero si attesta su una media piuttosto bassa, a partire da Topolino, Minni e lo spirito del Natale, nella quale Topolino, Minni e Pippo si troveranno a dover risolvere un mistero a Nowhereville legato alla scomparsa dei corvi di Cordelia, la zia di Minni. La vicenda è scritta da Marco Gervasio e Nucci e disegnata da un buon Casty, che sfrutta bene in alcune notevoli vignette le silhouette degli alberi spogli.

Purtroppo la narrazione risulta insipida e in certi passaggi noiosa, complice anche il personaggio non molto interessante proprio di Cordelia, ritagliato sullo stereotipo della vecchia zia buona ma credulona, che è solamente fonte di gag, peraltro molto limitate. Non è una bocciatura su tutta la linea, ho apprezzato l’atmosfera magica, molto natalizia e quasi infantile che si respira, ma è decisamente una storia che ha mancato il bersaglio.

Feels

Ci sono proprio tutti… o quasi

Bersaglio che è stato invece pienamente centrato da Bruno Enna, che dopo il successo delle due stagioni de Gli Evaporati e Viaggio attraverso l’impossibile torna a scrivere per Topolino con I Bassotti e la cena dei cattivi, più leggera ma comunque molto gradevole.

Nel tentativo di organizzare la tradizionale “anti-cena” natalizia con tutti i principali esponenti della malavita calisotiana, i Bassotti, caratterizzati tra l’altro molto bene, non venendo infatti resi degli inetti totali come è spesso accaduto, si ritroveranno invischiati in una sequela di divertenti disavventure, rappresentate graficamente in modo molto efficace dallo stile di Corrado Mastantuono che ben si confà ai toni di storie come questa, e che si diverte a far sfilare, con la complicità di Enna, un’incredibile moltitudine di cameo dei villain più disparati: da Kranz al dottor Zantaf, da Mad Ducktor a Vito Doppioscherzo.

L’ultima storia del numero, Paperinik e la minaccia del doppio Natale, è la più particolare, ponendosi esplicitamente come una “bonus track” non in continuity ed essendo disegnata dall’artista norvegese in carica alla Egmont Arild Midthun, al suo primo lavoro direttamente per Topolino.

Il comparto grafico è indubbiamente l’aspetto migliore del racconto, Midthun è ispiratissimo e si sbizzarrisce nello stravolgere la gabbia della tavola e nel riempire le vignette di dettagli e tratteggi, giocando molto con le silhouette, le ombre e i chiaroscuri. Alla luce di questa prova riuscitissima speriamo dunque di rivederlo presto nuovamente alle prese con storie realizzate appositamente per il mercato italiano.

La trama, che coinvolge Paperinik, Babbo Natale e l’elfa postina Corvina per quanto scorrevole risulta essere banale, non offrendo alcuno spunto di particolare interesse, con un impianto nell’insieme debole. Complessivamente non è una brutta storia, ma se non fosse per i disegni non riuscirebbe a rimanere impressa dopo la lettura.

In definitiva Topolino 3552 è un numero di livello medio, con un picco che è certamente rappresentato dalla terza puntata della Lampada bisestile. Permane tuttavia un certo rammarico per la gestione dell’operazione natalizia nel complesso. Da segnalare che l’albo è uscito anche in versione variant, con una copertina di Ivan Bigarella con un effetto floccato: carina ma forse non meritevole degli 8,50€ di spesa.



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Autore dell'articolo: Matteo Aiosa

Innamorato del fumetto Disney da quando ero bambino, l’avvicinamento con la splendida community del Papersera e specialmente col forum (nel quale sono famigerato con il nickname “Grande Tiranno”, in omaggio a una divertentissima bilogia di Leoni/Negrin) mi ha permesso di allargare i miei orizzonti in materia. Studente “classicista”, musicante in formazione e cinefilo a tempo perso, sono per ragioni anagrafiche un Pker dell’ultima ora. Accusato (a torto?) di essere un disneyano ossessivo e ossessionato, non è escluso che in futuro possa diventare un romito ciminiano, circondato da montagne di albi. Non posso che concludere così questa presentazione: Ciao! Il Grande Tiranno

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