Topolino 3513

29 MAR 2023
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Topolino 3513

Chi avrebbe mai detto che con un colpo di coda la carriera di Rodolfo Cimino si sarebbe allungata di ben undici anni, raggiungendone ben sessantadue nel 2023. Un percorso lungo e glorioso che ha impresso negli animi di tutti i lettori tantissime storie dai generi più disparati: dai fantascientifici Ki-Kongi alla romantica Reginella non è un caso che sia ricordato da tutti più come un cantastorie che uno sceneggiatore.

E non è un caso che uno dei suoi cicli più amati sia quello dei Racconti attorno al fuoco, una raccolta di fiabe labilmente legate da una cornice campestre, con Nonna Papera nel ruolo di matriarca narratrice. Nove istanze seguite da altre intitolate a Minni e un non meglio precisato numero di soggetti perduti che solo di recente hanno visto la luce pubblica in coda alla ristampa su Le serie imperdibili. Uno di questi, però, ha avuto la fortuna di venir scelto per essere disegnato e pubblicato sul settimanale, a una certa distanza dalla scomparsa di Cimino.

Previo adattamento di Tito Faraci, e con i disegni di Giampaolo Soldati, La Leggenda del Console Paolo e della tenace Lucilla apre quindi Topolino 3513. Ad accogliere i lettori è tutta una serie di stilemi ben noti agli amanti dell’autore friulano già dalla prima vignetta, una classica quadrupla che riprende l’intera famiglia dei paperi attorno al fuoco.

A seguire l’ambientazione inizia a prender forma grazie a Paperone che, come al solito, si è già fatto prendere dalle atmosfere del racconto, ambientato ai tempi dell’antica Roma, che pervaderanno varie gag della storia su cui spicca il classico mezzo di locomozione bizzarro.

Se la trama mantiene in tutto e per tutto le classiche atmosfere ciminiane, non si può dire però lo stesso dei dialoghi, che risultano più semplici e meno specifici. Sicuramente vengono a mancare i “paroloni” arcaici cui Rodolfo ci ha abituato per decenni e che hanno costruito anche buona parte della fama culturale della stessa rivista.

Tuffo inaspettato

Da Paperone a Caracalla

Molto validi sono i disegni di Soldati, che costruiscono una solida ambientazione romana senza però tradire gli evidenti layout di Rodolfo, notoriamente più propenso a disegnare le sceneggiature piuttosto che scriverle.

È forte lo stacco che colpisce i lettori passando da una storia classica (in più sensi) come quella di apertura a Topi nella nebbia, quarto e penultimo episodio de Gli Evaporati, la storia-evento scritta da Bruno Enna per i disegni e i colori di Davide Cesarello. Il duo è stato capace di imbastire un’avventura decisamente atipica, sicuramente destinata ad essere ricordata a lungo grazie a atmosfere e scelte narrative quasi totalmente inedite per la rivista. E chi è lettore di lunga data di Topolino sa quanto questo possa essere difficile.

Avevamo lasciato Topolino al seguito di Macchia Nera, ritrovato in stato confusionale ai piedi di una sorta di aurora boreale generato, da un macchinario di origini sconosciute. Nell’atto di toccarlo Topolino semplicemente svanisce. Scopriamo che in realtà l’intera scena è accaduta poco tempo dopo il giorno della grande scomparsa e che ora Macchia è prigioniero dei marinai di “Capitan” Topolino.

Episodio di rivelazioni e colpi di scena, ma anche di smascheramenti, come quello di Manetta, in realtà dimentico del proprio passato da poliziotto e manipolato da Gambadilegno, sempre più vero antagonista degli eventi di questa saga. Una scelta sicuramente rinfrescante per il personaggio, da decenni ridotto a macchietta.

A rendere ancora più convincente il suo nuovo ruolo è anche la recitazione data da Cesarello, che dona a tutti i personaggi movimenti frenetici e guizzanti. Unica nota vagamente negativa è l’inflazione di didascalie interne che, per ben quattro volte interrompono la lettura con espliciti rimandi ai precedenti episodi: precauzione pressoché inutile considerando pagina riassuntiva di Nucci. Chiude l’episodio un colpo di scena intrigante che rimandiamo alla scoperta del lettore.

Un Gambadilegno particolarmente felino!

Enrico Faccini firma Sette polpette!, una breve e fulminante comica su cui val poco spendere parole: come con tutte le storie dell’autore, sarebbero sicuramente inutili quando una lettura è sicuramente più esaustiva e coinvolgente.

Si chiude così l’albo.

Ah no!

Capovolgendolo, infatti, troviamo una copertina ed una storia inedite. Scoiattoli dallo spazio profondo è il secondo episodio di Once Upon a Mouse… in the Future, serie dedicata al centenario disneyano. Come la precedente, i testi sono di Francesco Artibani, assieme a Valeria Camerini,mentre i disegni e i colori di Ivan Bigarella (autore anche della copertina), ormai tra le punte del settimanale.

La trama parodizza i classici corti animati (per la precisione Trailer Horn, 1950) che contrapponevano Paperino e Cip & Ciop, qui al loro ritorno tra le pagine di Topolino, ma ricollocandoli in un lontano futuro su un imprecisato pianeta alieno. A rendere ancora più particolare l’operazione editoriale è la colorazione, addirittura eseguita a mano con tempera tradizionale, che dona tutto un altro spessore alle vignette, già d’effetto grazie all’impostazione a tutta pagina.



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Autore dell'articolo: Andrea Pasti

Andrea Pasti cresce leggendo Topolino per tutta la vita. All'età di diciotto anni appende i fumetti al chiodo, per poi riprendere nel 2019 dopo aver conseguito la laurea in Scienze Geologiche. Come Leo Ortolani non ha ancora trovato una concreta applicazione del suo indirizzo.

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