Più Disney 11 – Paperi spaziali

15 AGO 2022

Verso la fine degli anni Novanta ci fu una sequela di “vattelapesca” (secondo il gergo tecnico paperseriano 😛 ) dalle caratteristiche tecniche molto simili tra loro: foliazione, font del titolo in lettere dorate, prezzo, presenza di tavole di raccordo inedite, con prologo ed epilogo, realizzate per l’occasione. Erano volumi che facevano parte di diverse collane-ombrello come “Tutto Disney” o “Più Disney”, e spesso conoscevano anche una versione parallela in tutto e per tutto identica ma pubblicata da Disney Libri per il circuito delle librerie. Inoltre, anche alcuni titoli disneyani della collana SuperMiti Mondadori (come i due Paperamses, per citare l’esempio principale), seguivano tali linee guida.

Copertina del volume edito anche in libreria con l’etichetta Disney Libri.

Caratteristica di  questo tipo di volumi era la presenza di un tema a fare da filo rosso, che fosse la storia, l’oroscopo, la musica o la fantascienza, come nel caso di Paperi Spaziali.

Uscito nell’autunno 1999, l’albo si presentava con una copertina bella dinamica di Claudio Sciarrone e si dedicava alla branca spaziale legata agli “incontri ravvicinati del terzo tipo” tra i personaggi Disney e gli alieni, filone prospero nei fumetti Disney.

Non a caso la frame-story, come da tradizione in quegli anni a firma di Antonio Secondo (al secolo Massimo Marconi) e Salvatore Deiana, vedeva il clan dei paperi asserragliato in una villa di Zio Paperone per difendersi da un attacco alieno che pareva stesse distruggendo l’intero pianeta, Paperopoli e Zione compresi.

Rinchiusi nel bunker di sicurezza, i personaggi iniziano a raccontarsi alcune loro avventure passate a tema extraterrestri, nella speranza di trovare qualche spunto su come cavarsela.

Come spesso accadeva, il plot di questa storie-cornice non era nulla di particolare, ma perlomeno lo stratagemma dei personaggi che rievocavano vecchie vicende non andava a modificare il senso dei racconti originali e forniva semplicemente un contesto diverso alle ristampe, peraltro in questo caso specifico con un finale simpatico e con i disegni di Deiana di cui adoravo il tratto, trovandolo particolarmente moderno e guizzante sui personaggi.

I paperoidi di Scarpa rievocano Ufo Robot e Goldrake.

La selezione non era niente male, a cominciare dalle due storie di Rodolfo Cimino: Zio Paperone e l’invasione dei Ki-Kongi e Zio Paperone e il medioevo siderale, entrambe disegnate da Giorgio Cavazzano, utilizzano lo spazio come nuova origine di guai e come nuova frontiera per i guadagni nei confronti di Zio Paperone. Nel primo caso arrivano sulla Terra dei mostri argillosi dotati di capacità distruttive, con ripercussioni sul patrimonio del magnate, nel secondo lo Zione e i nipoti si dirigono oltre una barriera nera nel cosmo alla ricerca di prospettive arricchenti, trovando un pianeta dalla struttura medievale in cui è il ferro il metallo più prezioso.

Sono entrambe avventure classicamente ciminiane nel racconto così come nel linguaggio e nella caratterizzazione dei protagonisti, entrambe graziate dal tratto del Cavazzano dei primi anni Settanta, contraddistinto da buone soluzioni grafiche.

Anche Romano Scarpa era ben presente nella raccolta: dapprima come autore completo con Paperobot contro i Paperoidi, epica e lunga avventura che vede contrapposti i noti paperi a una sorta di nucleo corrispettivo di natura spaziale, con l’oro come oggetto del contendere. Il ritmo è elevato, i passaggi ricchi di azione e i disegni morbidi e fluidi. Evidente i riferimenti contemporanei alle gesta televisive di Goldrake e Ufo Robot, che impazzavano sugli schermi italiani in quegli anni.

Su testi di Giorgio Pezzin era invece Topolino e il fantastico Tokamak, una storia dai toni molto maturi che vertono sui tanti problemi del mondo (guerre, fame, carestie, disastri, concordia tra le nazioni) e sul ritrovamento nell’atmosfera di un miracoloso oggetto alieno in grado di creare tutto il fabbisogno necessario a soddisfare l’intera popolazione terrestre, andando a eliminare le cause di quasi tutte le avversità globali. Una trama che, tanto in questo spunto quanto nel suo sviluppo, si rivela profonda e con considerazioni di un certo peso.

Cronologicamente più recenti rispetto all’uscita di Paperi Spaziali erano Topolino e l’incarico molto speciale, Paperino e il gran premio dell’universo, Paperino e la trappola spaziale e Paperino e la nube cosmica, tutte degli anni Novanta.

Un eccellente Guerrini realizza strepitose inquadrature spaziali.

La prima è quella più bizzarra e meno ispirata, nella sua idea di trasportare Topolino e Pippo su un pianeta dove tutti sono ladri per difendere una coppa che simboleggia l’amicizia tra i popoli: la trama di Carlo Panaro è sostanzialmente un giallo ambientato fuori dalla Terra ma che di fantascientifico ha molto poco, mentre i disegni di Giuseppe Della Santa fanno il loro.

Il gran premio dell’universo è un ottimo divertissement di Carlo Gentina che pone Paperino nel bel mezzo di una folle corsa intergalattica, reclutato da un’astronave da corsa senziente: la parte del leone la fanno comunque le strepitose tavole di Francesco Guerrini, scatenato più che mai, che tra quadruple e inquadrature ardite (oltre a un Donald dal character design molto vitale) offre una storia visivamente movimentata.

Claudio Panarese offre una prestazione più deludente ne La trappola spaziale, soprattutto per la resa poco ispirata e spesso fuori contesto dei volti dei personaggi; Rudy Salvagnini imbastisce però un intreccio inquietante quanto basta su un pianeta misterioso e inospitale, spingendo Paperino a diffidare persino di Zio Paperone e di Archimede. Peccato per un finale a tarallucci e vino che smorza molto l’atmosfera sin lì creata.

Lo sceneggiatore bissa contesto spaziale e toni inquietanti con La nube misteriosa, in cui si respira aria da Alien in un’avventura dove lo Zione, il nipote e l’inventore affrontano gli effetti di una nebbia spaziale dagli effetti ipnotici. Un Alberto Lavoradori agli esordi e con un tratto ancora molto normalizzato si occupa dei disegni: i personaggio appaiono abbastanza standard nel loro aspetto, ma l’estro dell’artista ha modo di spiccare nel ritrarre mostri (tra cui uno, beccuto, potrebbe essere visto come un proto-Evroniano) e tute tattiche per lo spazio, con esiti assai interessanti e che si distinguono dalla resa che altri disegnatori davano a elementi similari.

Completavano il sommario due storie dei primi anni Ottanta.

In Paperino e la penuria ferrosa, di Silvano Mezzavilla (anche se qui veniva erroneamente attribuita a Pezzin) e Cavazzano, il protagonista scopre che il ferro di Paperone, misteriosamente sparito, è stato risucchiato su un pianeta in cui le macchine hanno preso il sopravvento sulla popolazione biologica. Un racconto molto classico ma ben gestito.

Pluto e l’invasione dei replicanti di Massimo Marconi e Massimo De Vita si ispira dichiaratamente al film Gremlins (Tip e Tap l’hanno appena visto al cinema) e mostra come alcuni extraterrestri analogamente capaci di moltiplicarsi abbiano preso a modello il buon Pluto, usato bene cosa nient’affatto semplice né scontata! – da Marconi in un’avventura che bilancia bene pathos e umorismo. Molto buoni i disegni del De Vita di metà anni Ottanta, che regala tanti Pluto dall’aspetto molto plastico (ma raffigura i due nipotini con vestitini improponibili!)

Paperi Spaziali (fun fact: nel 2015, con Panini Comics come editore, la redazione avrebbe mandato in edicola un Più Disney con il medesimo titolo ma con una selezione completamente differente) non rappresenta forse un volume imperdibile, ma contiene pur sempre alcune storie di grandi Maestri e da piccolo l’ho riletto più volte. Ripreso in mano ora, si è riconfermato una lettura piacevole e scorrevole, con diversi stili e approcci quasi sempre validi.

In particolare, per un amante di questo genere narrativo, può rappresentare un ottimo ripescaggio.

Autore dell'articolo: Andrea Bramini

Andrea Bramini, detto Bramo, nasce a Codogno nel 1988. Dopo avere frequentato un istituto tecnico ed essersi diplomato come perito informatico decide di iscriversi a Scienze Umane e Filosofiche all'Università Cattolica del Sacro Cuore, dove a inizio 2011 si laurea con una tesi su Watchmen. Ha avuto esperienze professionali nell'ambito delle pubbliche relazioni e come segretario. Appassionato da sempre di fumetti e animazione Disney, ha presto ampliato i propri orizzonti imparando ad apprezzare il fumetto comico in generale, i supereroi americani, le graphic novel autoriali e alcune serie Bonelli e affini. Scrive di queste passioni su alcuni forum tematici e principalmente per il sito di critica fumettistica Lo Spazio Bianco, nel quale ricopre la carica di caporedattore.