Super Disney 19 – Il ‘900 visto da Topolino

19 AGO 2022

Il dicembre del 2000 fu un mese proficuo, per l’edicola disneyana: uscì infatti Tesori Tre – Storie di fantasmi e altro, nuovo volume della serie di speciali incentrati su Carl Barks che presentava l’anteprima mondiale della sua ultima storia (l’Uomo dei paperi era mancato pochi mesi prima) e, a stretto giro, il Super Disney n. 18 dal titolo Il ‘900 visto da Topolino.

Immagine promozionale per questo eccellente volume che lega il Disney italiano alla storia del Novecento

Due ottime strenne natalizie, che riuscii ad accaparrarmi grazie al buon cuore dei miei genitori che decisero di integrarli nei regali delle Festività di quell’anno.

Se della collana di Tesori ho già avuto modo di parlare in un articolo della sezione sulle testate, potrebbe essere interessante analizzare invece il volume che celebrava il secolo breve osservato sotto la lente delle storie di Topolino. Per gli appassionati di aspetti editoriali, si tratta di una pubblicazione che fa parte dei Vattelapesca Disney, nome dato dai fan per indicare raccolte di storie di vario tipo raccolte sotto generiche testate ombrello.

Introdotto da due pagine firmate dall’allora direttrice Claretta Muci, il volume si poneva come poderoso amarcord espressamente dedicato a chi con il Topo degli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta e Ottanta ci era effettivamente cresciuto e poteva divertirsi a ritrovare storie lette all’epoca.

Era comunque un’occasione anche per i più giovani, interessati alla storia del libretto, per ritrovare avventure dei decenni precedenti ben contestualizzate nei rispettivi anni di uscita grazie ai molti articoli a corredo. Un po’ come avrebbero fatto successivamente la collana Topolino Story e il periodico Disney Anni d’Oro.

Un grandissimo pregio di questo speciale era quello di aver mantenuto nella loro edizione originale le storie riproposte, con tanto di alternanza di pagine a colori e in bianco e nero e la suddivisione in più tempi come da prima pubblicazione.

Oltre a questo apprezzabile accorgimento filologico, anche la selezione appariva calzante e di rilievo, riuscendo a coniugare riferimenti sociali ai periodi di uscita con alcuni tra i più grandi autori che hanno collaborato al settimanale Disney.

Lo scontro di genere scritto in maniera corrosiva, e sopra le righe, da Guido Martina.

Il volume si apriva con Paperino al tour e Paperino alle Olimpiadi, entrambe scritte da un Guido Martina in grande forma per i disegni rispettivamente di Giuseppe Perego e Giovan Battista Carpi. Si tratta di due avventure del 1954 e del 1956, spassosissime nelle situazioni iperboliche, assurde e sopra le righe che venivano presentate dallo sceneggiatore, specialmente nei rapporti tra Paperino, Zio Paperone e Qui Quo Qua, sempre ai ferri corti e pronti a dare in escandescenze con risultati comici assicurati. Ricordo che mi ci divertii come un matto.

Nella prima il tema era quello del ciclismo, trattato a suon di scontri tra Paperino e Gastone e con l’utilizzo di vari mezzucci non proprio corretti per portare a termine il Giro di Francia. Il neo della storia sono i disegni di Perego, che il me quasi tredicenne si era comunque “bevuto” di buon grado, pur riconoscendone la stranezza ma contestualizzandola in un periodo storico arcaico; Paperino alle Olimpiadi aveva tutto un altro segno, fortunatamente, e accompagnava molto meglio le vicissitudini del buon Donald costretto dallo Zione a disputare i giochi olimpici, tra criminali assassini e vendette cinesi mortali. Un perfetto mix di eccessi in stile anni Cinquanta!

La diffusione della televisione in Italia è stata invece illustrata in Paperino a “Botte o risposte?” ancora di Martina e Perego e in Zio Paperone e il telescrocco di Carlo Chendi e Luciano Bottaro, tra gli anni Cinquanta e Sessanta: la seconda era un piccolo capolavoro di brillante comicità, grazie alla presenza di Nocciola e a quanto fa accadere a Paperino.

La TV degli anni Ottanta era invece identificata dalle brevi del ciclo Lo spot della settimana di Guido Scala, che ben rappresentavano attraverso il sagace mezzo della parodia l’invasione di sponsor commerciali sulle emittenti.

In riferimento all’allunaggio c’era Topolino: Obiettivo Luna del Disney Studio con i disegni di Carpi, invero non molto ispirata ma suggestiva proprio grazie alle tavole carpiane, mentre Paperinika e il filo d’Arianna di Martina e Giorgio Cavazzano accompagnava il fenomeno delle rivendicazioni femministe degli anni Settanta con l’esordio della risposta “rosa” al vendicatore mascherato.

Arriviamo agli anni Ottanta e sempre Cavazzano firmava testi e disegni di Zio Paperone alla conquista del Leone d’Oro, storia molto simpatica sulla partecipazione dei paperi al Festival del Cinema di Venezia; sempre in ambito cinematografico, l’artista illustrò anche La tragica avventura di Paperon de’ Paperozzi su testi di Massimo Marconi, sentito omaggio alla commedia di Paolo Villaggio e in particolare al personaggio di Fantozzi che viene qui interpretato da un inusuale Zio Paperone.

Paperone diventa Fantozzi, con tutte le brutture e le angherie subite dalla caricatura dell’impiegato medio italiano.

Nel medesimo ambito si muoveva Paperino Oscar del centenario del 1995, ancora con Cavazzano ai disegni: storia significativa perché vedeva l’esordio come sceneggiatore Disney del giornalista Rai Vincenzo Mollica, l’introduzione del suo alter-ego Vincenzo Paperica nel cast disneyano e la celebrazione dell’importante anniversario per il cinema.

Per inciso, è questa l’unica avventura che, in quel dicembre 2000, già conoscevo avendola letta in diretta sul Topolino originale (che aveva quella bella copertina di Marco Ghiglione con Paperino vestito da Charlot… ma questa è un’altra storia).

A completare il quadro c’era anche Paperino e Gastone… scherzi a parte di Fabio Michelini e Romano Scarpa, anno 1994, a richiamare l’omonimo programma televisivo e più in generale l’influenza delle emittenti private sul contesto nazional-popolare.

Ogni singola storia era preceduta da un articolo ricco di riferimenti, soprattutto storici e sociali, all’argomento che aveva fatto da spunto agli autori Disney. Firmati da Luca Boschi, erano tra i primi testi che mi spiegavano chi fossero Coppi e Bartali, la popolarità del ciclismo nell’Italia del secondo dopoguerra, i primi passi della TV nel nostro Paese, cosa fosse Carosello e l’evoluzione della commedia all’italiana tra gli anni Settanta e Ottanta.

A fianco di questo utilissimo vademecum di cultura (spicciola, ma ricca di spunti e nozioni), si affiancavano informazioni sui fumetti disneyani, dalle varie partecipazioni dei personaggi nei tanti festival nazionali – sportivi e culturali – alle diverse Olimpiadi in cui si sono distinti, fino alla massiccia ispirazione tratta dal piccolo e dal grande schermo per creare trame figlie del periodo storico di appartenenza.

Infine, in chiusura erano presenti anche due pagine con suggerimenti di altre storie legate a temi ed eventi cardine del Novecento che non avevano trovato posto nel tomo, per dare uno sguardio ulteriormente ampio al progetto.

La struttura cronologica, l’ampio apparato editoriale e la cura del progetto rendevano e rendono questo volume uno dei prodotti meglio realizzati sulla storia del fumetto Disney italiano, anche grazie alla volontà di mettere in evidenza le profonde connessioni con l’humus sociale del Bel Paese, con cui ha sempre avuto un rapporto privilegiato e un affetto speciale.

Autore dell'articolo: Andrea Bramini

Andrea Bramini, detto Bramo, nasce a Codogno nel 1988. Dopo avere frequentato un istituto tecnico ed essersi diplomato come perito informatico decide di iscriversi a Scienze Umane e Filosofiche all'Università Cattolica del Sacro Cuore, dove a inizio 2011 si laurea con una tesi su Watchmen. Ha avuto esperienze professionali nell'ambito delle pubbliche relazioni e come segretario. Appassionato da sempre di fumetti e animazione Disney, ha presto ampliato i propri orizzonti imparando ad apprezzare il fumetto comico in generale, i supereroi americani, le graphic novel autoriali e alcune serie Bonelli e affini. Scrive di queste passioni su alcuni forum tematici e principalmente per il sito di critica fumettistica Lo Spazio Bianco, nel quale ricopre la carica di caporedattore.