Paperinik

20 APR 2020

Introduzione

Immagine promozionale usata per la seconda serie edita da Panini per il supereroe: da Paperinik Appgrade al conciso Paperinik (in particolare, il n. 52, con copertina di Paolo Mottura).

Nel 1988 avvenne un passaggio storico, nello scenario editoriale disneyano del nostro Paese: i diritti di pubblicazione di Topolino e degli altri periodici passavano da Mondadori a The Walt Disney Company Italia, succursale locale della Casa Madre americana.

L’aria di cambiamento investì la produzione fumettistica e portò a diverse iniziative che si concretizzarono nel decennio successivo, sia per la vita del settimanale che per un rinnovamento del parco testate collaterali, come ho analizzato in questo approfondimento per Lo Spazio Bianco.

Nacquero quindi diversi nuovi mensili, dalla prima metà degli anni Novanta, che si concentravano su un singolo personaggio o su una tematica tra le più gettonate nella narrativa Disney, come il giallo di TopoMistery o le tematiche ambientali delle Giovani Marmotte.

Tra questi, ad aprile 1993 esordì in edicola Paperinik e altri supereroi: l’alter ego di Paperino era un personaggio molto amato dai lettori, tant’è vero che in passato aveva già avuto albi a lui intitolati e interamente dedicati, a partire da alcuni numeri de I Classici Disney sia nella prima che nella seconda serie tra gli anni Settanta e Ottanta (Paperinik il diabolico, Il trionfo di Paperinik, Paperinik contro Paperinika, Paperinik l’invincibile) per arrivare a Io, Paperinik della serie Cartonatoni Disney nel 1981.

Ma questa era la prima volta in cui al personaggio veniva dedicata una serie continuativa a periodicità fissa.

Storia e contenuti

Il primo numero della testata aveva una copertina molto classica, disegnata da Giovan Battista Carpi: scelta dal forte significato simbolico, trattandosi dell’artista che illustrò la prima storia di Paperinik, tra l’altro presente in apertura dell’albo stesso.

I primi numeri raccoglievano pressoché in ordine le avventure d’esordio del vendicatore mascherato scritte da Guido Martina, anche se con una cronologia non sempre così precisa e attenta, intervallata peraltro da storie brevi americane con Superpippo protagonista: il sottotitolo della testata recitava infatti “… e altri supereroi” proprio con l’intento dichiarato di sfruttare questo contenitore per presentare non solo le avventure di Paperinik ma anche delle identità segrete di altri personaggi disneyani.

La campagna pubblicitaria su Topolino; da aprile 1994 la testata era passata da bimestrale a mensile.

Fino al diciassettesimo numero il sommario seguì più o meno il criterio appena esposto, anche se con il passare dei mesi l’ordine cronologico delle avventure del titolare di testata divenne sempre meno puntuale e le avventure di Superpippo aumentarono progressivamente fino a riempire tutta la parte centrale di ciascuna uscita.

Con il n. 18 ci fu una novità a livello di contenuti: la storia di apertura non era più una ristampa ma una inedita realizzata apposta per l’occasione. Un segnale del fatto che il mensile stava raccogliendo consensi, da una parte premiando i lettori con materiale nuovo e dall’altra dando “ossigeno” alla testata per permetterle di continuare più a lungo. Non a caso, infatti, cominciarono presto ad esserci anche due o tre storie inedite per numero e si attinse inoltre dal bacino di brevi avventure con Paperinik realizzate all’estero (in particolare provenienti dalla Francia) che vedevano qui la loro prima versione italiana.

Si trattava in entrambi i casi di avventure piuttosto semplici ma piacevoli e in grado di conquistare il pubblico, soprattutto quello più giovane. In contemporanea lo stesso approccio veniva seguito per una testata uguale nel formato ma dedicata a Topolino e al giallo: Topomistery.

Dal n. 26 si aggiunse un altro supereroe che sarebbe poi diventato fisso nel sommario: Paper-Bat, dietro cui si celava Paperoga. Il personaggio, così come tutta la folta schiera di alter-ego dell’imbranato papero nata nei decenni precedenti, venne creato e sviluppato dai fumettisti brasiliani ed era protagonista di avventure più comiche che supereroistiche, ma grazie a un umorismo brillante riusciva a divertire e intrattenere.

La campagna abbonamenti per le due testate “sorelle”

Intelligentemente, si decise di presentare il personaggio con quelle che erano effettivamente le sue storie d’esordio, cioè Le 12 fatiche di Paper-Bat e Le origini di Paper-Bat nei nn. 26 e 27, per poi affiancarlo con una certa frequenza ai due “colleghi”.

La serie attraversò tutti gli anni Novanta, iniziando a un certo punto a ristampare sé stessa per poter proseguire (sia riproponendo le avventure classiche dei primi anni di carriera del personaggio, sia quelle create per la testata) e arrivando anche a proporre storie di paperi che nulla c’entravano con i supereroi  o con Paperinik ma che avevano un generico tono avventuroso.

Frattanto, sul n. 57 esordì su Paperinik come autore completo Lucio Leoni, insieme alla compagna Emanuela Negrin, il quale come solo disegnatore era già comparso sulle pagine del mensile fin dal n. 21.

La coppia realizzò in tutto quattordici storie, alcune piuttosto articolate, tra le migliori in assoluto per quanto riguarda quelle create appositamente per la testata, tutt’ora ricordate con grande affetto dagli appassionati come testimonia l’articolo di Alberto Brambilla su Fumettologica.

Si proseguì così fino primi anni 2000: dopo il n. 100 iniziarono ad esserci albi senza nessuna inedita, il n. 135 fu l’ultimo ad averne una e con il n. 139 dell’aprile 2005 la testata fermò la sua corsa dopo 12 anni esatti di vita editoriale continuativa.

Rilanci

La pubblicità per il primo rilancio della testata: è il 2005 e tocca a Paperinik Cult

I lettori non rimasero però orfani della loro dose mensile di Paperinik: senza soluzione di continuità, il mese successivo arrivò nelle edicole il primo numero di Paperinik Cult, un vero e proprio rilancio del prodotto con alcune differenze.

Innanzitutto il formato, ben più piccolo rispetto a quello visto sino ad allora, e poi un progetto grafico nelle copertine (realizzate da Marco Gervasio e Alessio Coppola) che implementava nel disegno il numero dell’albo, ogni volta in modo fantasioso e coerente con l’illustrazione.

Prezzo e foliazione rimanevano invece invariati (228 pagine per 2,70€).

La particolarità principale era però quella di voler dichiaratamente proporre le storie del personaggio in rigoroso ordine cronologico e stavolta senza altri supereroi a variare il menù. Un’iniziativa only-Paperinik che si proponeva di essere filologica e che lo fu almeno per le prime uscite, prima di contaminare l’indice con un’inedita di apertura (dal n. 8) ma soprattutto con ristampe tratte da alcuni numeri della precedente incarnazione della testata, perdendo quindi molto presto l’intransigenza promessa.

Con il n. 50 si iniziò a ristampare in chiusura di ogni numero la terza serie di PK, quella che operava un reboot narrativo rispetto alle prime due, comprimendo non poco nelle piccole dimensioni a disposizione tavole nate per il formato comic book all’americana.

Per le storie nuove in apertura, invece, si iniziò a pescare anche dal mercato estero, in particolare dalla produzione danese che stava lavorando in modo interessante sul personaggio, reintroducendo nel cast addirittura una versione invecchiata di Fantomius, ladro gentiluomo degli anni Venti da cui Paperino attinse per assumere il ruolo di vendicatore mascherato.

Il Cult arrivò a quota 77 numeri, chiudendo nel settembre 2011.

Nel 2012 arrivò il turno della terza “reincarnazione” del mensile dedicato a Paperinik con la sua versione… Appgrade

Ci fu una pausa di un anno e, nell’ottobre 2012, Paperinik tornò in edicola con una nuova rivista: Paperinik Appgrade. Si trattava di un’antologia di storie casuali sul personaggio, con una inedita in apertura e la riproposta delle prime avventure al ritmo di una per numero, in ordine cronologico e dotate anche della prima tavola della seconda puntata (spesso eliminata in precedenti ristampe), all’interno di uno spazio apposito posto in chiusura di ogni albo con tanto di breve ma puntuale introduzione critica. Era presente anche un apparato redazionale formato da posta dei lettori e da qualche piccola rubrica sul mondo del supereroe di Paperopoli, a suggerire l’idea di un magazine (che nella grafica strizzava l’occhio al mondo digitale) più che di una semplice raccolta, ma si trattò di elementi che andarono via via scemando con il progredire della serie.

Immagine promozionale dedicata a Paperinik Cult in coppia con Paperino, un modo per promuovere due testate affini.

Proseguì per 51 numeri fino a dicembre 2016, per poi azzerare nuovamente la propria numerazione e ripartire subito il mese successivo chiamandosi semplicemente Paperinik e mantenendo l’impostazione di raccolta generica sul personaggio. Andrea Freccero realizza eccezionali ed evocative copertine, passando poi il testimone a Paolo Mottura con il n. 42 del giugno 2020. È l’attuale incarnazione della testata.

Infine, a partire dal 29 agosto 2019 esce in edicola una collana settimanale, curata da Giunti e allegata alla Gazzetta dello Sport, intitolata Paperinik – Le origini del mito, prevista in 57 uscite e poi conclusasi a 86 numeri. Si pone come l’ennesima raccolta organica e cronologica delle storie del personaggio, impostata però in questo caso con un approccio realmente filologico e arricchita da diverse pagine di articoli firmati da Luca Boschi e Fabio Licari. Il progetto comprende tutte le apparizioni del personaggio, comprese le minime comparsate in lunghe saghe multi-cast e le avventure create appositamente per Paperinik e altri supereroi, il tutto proposto secondo rigoroso ordine di uscita originale.

Rappresenta ad oggi la raccolta migliore per chi volesse avere un quadro completo del personaggio (filone pikappico escluso).

Note e curiosità

Paperinik e altri supereroi venne lanciato come bimestrale. A partire dal n. 8 divenne mensile e tale restò fino alla sua conclusione.

Immagine promozionale per i primissimi anni della testata, con un Paperinik di Marco Rota.

Parallelamente alla nascita della testata, su Topolino la presenza dell’identità supereroica di Paperino si assottigliò progressivamente fino a scomparire del tutto: dalla seconda metà del 1994 la “casa” del personaggio divenne esclusivamente la sua testata omonima e, dal 1996, la nuova versione “più cyber e più hyper” (come recitava uno slogan pubblicitario) nata sulle pagine di PKNA – Paperinik New Adventures. Il vendicatore mascherato sarebbe tornato sul settimanale disneyano solo nel 2000 in La fortuna sotterranea di Francesco Artibani e Giorgio Cavazzano (con la sola eccezione di rilievo de Il ritorno a Villa Rosa di Fabio Michelini e Carpi, del 1996).

Le copertine della testata erano piuttosto basiche nei primissimi numeri, con il tratto di Roberto Santillo che continuò sull’onda della cover carpiana del n. 1.

Il disegnatore venne però sostituito quasi subito da Marco Ghiglione e la redazione già all’inizio del 1994 decise di lavorare molto sull’aspetto delle illustrazioni, grazie alla cura e ai colori di Max Monteduro: i disegni si arricchivano di effetti speciali, di un nuovo approccio alla luce e di una grande attenzione alle atmosfere.

Esperimenti che spianarono la strada al lavoro grafico ed estetico d’avanguardia che avrebbe caratterizzato PKNA due anni dopo e con un feeling che si sarebbe ripreso anni dopo con Appgrade, caratterizzato da copertine illustrate con tratto elegante da Andrea Freccero e dotate di diversi effetti estetici, sbrilluccichii e quant’altro.

Una presenza editoriale allestita in grande stile per il papero mascherato con il calendario 1995, il primo dedicato a Paperinik.

La sperimentazione in vista del nuovo progetto su Paperinik si ritrovava anche nelle storie: sul n. 25 venne pubblicata La pizza traditrice, con i disegni di Claudio Sciarrone, il quale usò quell’occasione per giocare con la gabbia, decostruire la struttura delle tavole, utilizzare una regia più ardita della media e inserire vignette di forme più inconsuete. Un banco di prova per vedere l’efficacia di uno storytelling visivo di questo tipo nel fumetto Disney.

Dal n. 34 Corrado Mastantuono subentrò a Ghiglione, per quanto riguarda il disegno di copertina. Gli artisti successivi che si alternarono sulle cover furono Fabio Celoni (che vi approdò nel n. 39, più stabilmente dal n. 46) e Lorenzo Pastrovicchio (dal n. 54, ma con maggiore frequenza dal n. 64), con la presenza per una manciata di numeri di Alessio Coppola verso la fase finale della testata.

Dal n. 40 il sottotitolo sugli “altri supereroi” venne eliminato.

Disney Italia pubblicò anche un calendario da parete per l’anno 1995 incentrato su Paperinik, dove per ogni mese veniva usata una copertina della testata tra quelle illustrate da Mastantuono e Ghiglione.

Paperinik e le sue varie incarnazioni hanno avuto diversi prezzi, come esposto nella tavella di seguito:

PrezzoNumero con nuovo prezzo
3500lire 1
3800lire 24
4000lire 29
4300lire 47
4500lire/2,22€ 59
4800lire/2,48€ 82
2,60€ 106
2,70€ 129
2,80€ 40 (Paperinik Cult)
2,90€ 63 (Paperinik Cult)
3,20€ 1 (Paperinik Appgrade)
3,50€ 47 (Paperinik Appgrade)
3,90€ 19 (Paperinik)
4,20€ 63 (Paperinik)

Le nostre recensioni

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Paperinik Appgrade 22 32.4
Paperinik Appgrade 23 33.1
Paperinik Appgrade 24 22.0
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Paperinik Appgrade 27 32.8
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Autore dell'articolo: Andrea Bramini

Andrea Bramini, detto Bramo, nasce a Codogno nel 1988. Dopo avere frequentato un istituto tecnico ed essersi diplomato come perito informatico decide di iscriversi a Scienze Umane e Filosofiche all'Università Cattolica del Sacro Cuore, dove a inizio 2011 si laurea con una tesi su Watchmen. Ha avuto esperienze professionali nell'ambito delle pubbliche relazioni e come segretario. Appassionato da sempre di fumetti e animazione Disney, ha presto ampliato i propri orizzonti imparando ad apprezzare il fumetto comico in generale, i supereroi americani, le graphic novel autoriali e alcune serie Bonelli e affini. Scrive di queste passioni su alcuni forum tematici e principalmente per il sito di critica fumettistica Lo Spazio Bianco, nel quale ricopre la carica di caporedattore.